Piatto da parata con bordo baccellato e decorato a sbalzo e cesello con motivi vegetali e mascheroni. Al centro figura femminile alata (forse la Fama) che sorregge stemma nobiliare entro volute e motivi floreali. Raro esempio di argenteria profana del XVII secolo dal decoro, con una evidente impostazione naturalistica, che riconduce al gusto che si impone nei più importanti centri di produzione italiani fortemente caratterizzato da ornati floreali derivati da repertori provenienti soprattutto dal nord Europa (Germani e Paesi Bassi). Come raffronto per questi modelli stilistici, in particolar modo nei piatti da parata, si vedano i lavori romani dell’argentiere Antonio Moretti (”Argentieri, gemmari e orafi d’Italia” C.G.Bulgari, Roma parte prima volume II, pag.175) quelli genovesi (”L’argenteria genovese del settecento” F.Broggero e F.Simonetti tav.5, pag.121) e veneziani (”L’oro di Venezia, oreficerie, argenti e gioielli di Venezia e delle città venete”, catalogo mostra a cura di Piero Pazzi Venezia 1996, tav.29-30, pagg 98-99). Per la produzione napoletana significativo esempio comparativo è il piatto da parata conservato nella cappella del tesoro di S.Gennaro, anch’esso con stemma centrale e motivi naturalistici, databile 1698 (”Argenti napoletani, dal XVI al XIX secolo”, Elio e Corrado Catello, tav. XXII, pag. 240)