Importanti maioliche italiane dal Rinascimento al Barocco

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Catino Faenza, ultimo quarto del sec. XVI

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Descrizione

Catino Faenza, ultimo quarto del sec. XVI

Maiolica Diametro cm 35; altezza cm 14 Piccole incrinature Provenienza: collezione privata
Ulteriori informazioni
L’opera presenta umbone centrale, ampia parete baccellata e alto piede svasato. Sul recto, in corrispondenza dell’umbone, all’interno di un medaglione delimitato da una stretta fascia con motivo a treccia stilizzata, campeggia la figura di un soldato romano, con elmo, corazza, corta tunica e sciarpa che gli avvolge le spalle; è vòlto a sinistra in atto di reggere uno scudo poggiato con la punta a terra; sul margine sinistro si intravede un albero e sullo sfondo colline. Sulla restante superficie si dispongono sei partizioni contenenti motivi “a ricamo”, alternate ad altrettante partizioni con motivo “a festone”. All’esterno sono dipinte nove grandi foglie stilizzate (di vite?). Dipinto in arancio, blu e giallo. La foggia di questo catino probabilmente corrisponde a quella registrata nell’inventario della bottega di Virgiliotto Calamelli del 1556, alla voce “ tacce grande a gran costole”, oppure anche in ragione delle veste decorativa specificate tazze “à frise dipinte”, cioè “a ricamo”, e forse sono le stesse che nelle fatture dei Bettisi, vengono classificate per la loro destinazione,“tazoni grandi per meloni e fruta grossa”. E’ una tipologia che, come questo caso conferma, prevede per lo più una figurina all’interno dell’umbone, a fare da fulcro ad una simmetrica trama “a ricamo”, come è dato documentare a Faenza attraverso frammenti di scavo pertinenti a coppe analoghe, alcuni dotati della sigla “DO-PI” dei Bettisi1, che compare anche su una integra del Museo ceco di Opava, mentre diverse altre simili, non marcate, facevano parte di prestigiose “credenze”, quali quelle dei Michelozzi- Alberti del 1571, dei Piccolomini, dei Gonzaga di Novellara e di altre2. Un bel documento pittorico che attesta la fortuna di questo genere di opere “compendiarie” faentine viene tramandato dall’interno di cucina di Joseph Heintz il Giovane, nel Museo Davia Bargellini di Bologna, in cui, grazie all’efficacia rappresentativa del maestro, possiamo facilmente riconoscere proprio una grande coppa baccellata, con medaglione centrale figurato e motivi “a ricamo” attorno, in un magnifico contesto da “credenza”3 (d). 1Un largo frammento pubblicato come documento territoriale, probante per l’attribuzione faentina di una coppa analoga a questa in esame, della raccolta Chigi Saracini di Siena (RAVANELLI GUIDOTTI 1992, scheda 42, pp. 202- 206). 2 RAVANELLI GUIDOTTI 1996, pp. pp. 162- 166, 202- 204, 426- 427, scheda 108; EADEM 2010, p. 138, scheda 12. 3RAVANELLI GUIDOTTI 1996, p.29.
Asta Live 267

Importanti maioliche italiane dal Rinascimento al Barocco

mar 25 Ottobre 2016
Milano
TORNATA UNICA 25/10/2016 Ore 15:00
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