Importanti maioliche italiane dal Rinascimento al Barocco

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PIlloliere Italia centrale (prob. Deruta), metà del sec. XVI

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Descrizione

PIlloliere Italia centrale (prob. Deruta), metà del sec. XVI

Maiolica Altezza cm 16,3 un’incrinatura al ventre. Provenienza: collezione privata
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Tipica foggia da farmacia, che poteva essere destinata alle pillole, agli unguenti, agli estratti ecc., con corpo ovoidale, ad alto piede slanciato, svasato e con orlo a spigolo; la bocca è ampia e a bordo estroflesso. Sulla zona frontale, all’interno di un ampio medaglione circolare, delimitato da un festone di foglie e frutta, e legato ai lati da nastri, è raffigurato un addetto di stalla (probabilmente un castrino), seduto su uno sgabello dietro un toro, in atto a svolgere il proprio lavoro. Verso il piede si dispone un cartiglio orizzontale, con estremità arricciate, che porta la scritta DIA PF VIDION; al piede è dipinta una fascia con ovuli e filettature. Dipinto in arancio, blu, giallo e verde. L’opera, come quella che segue, appartiene ad una serie di pillolieri, facenti parte di un notevole corredo da farmacia, del quale, oltre a quello che segue, si conoscono anche altri esemplari affini, in varie collezioni pubbliche e private, nei quali muta solo solo la scelta del tema istoriato, che può essere anche un volto di “bella”, una scena galante1, un uomo che si distilla il cervello2, tratto dalle serie della “gabbia dei matti” o del mondo alla rovescia, incisione molto nota nel ‘500, oppure un soggetto della serie dei “cammei antichi” di Battista Franco, che potrebbe avere ispirato anche la presente figurazione. Sono tutte opere istoriate, in cui la scena è circoscritta in un medaglione circondato dal largo festone di gusto robbiano, con foglie lanceolate di un bel verde smeraldo, in uso nella maiolica derutesi fin dal primo ‘500. Il complesso si mostra omogeneo anche nell’aspetto epigrafico delle scritte farmaceutiche, come pure nelle piccole, gustose scenette figurate, sempre condotte con sofisticato gusto cromatico, in par ticolare per la scelta della monocromia azzurra, ancora sensibile al primoistoriato, specie nelle sfumature leggere, acquarellate, nei contorni marcati qua e là con ripassi di colore più denso, nel paesaggio appena abbozzato, in cui la strada su cui si svolge la scena, come nel caso in esame, può essere descritta con lastre delineate per linee diagonali. Circa la datazione merita osservare che molte caratteristiche di questi pillolieri sono presenti anche in albarelli derutesi, che non si esclude potessero far parte dello stesso complesso, uno dei quali porta la data “1557”. Circa la scritta farmaceutica,“DIA PFVIDION”, avanziamo due ipotesi: che si tratti del “Dia fhinicon”, un preparato che veniva sommistrato per “le febbri composite, e lunghe vale alla colica, al dolor di ventre, et agli humori crudi”3, oppure che si riferisca al “Diapenidion”, che era considerato “di molta efficacia alli tisici, ad ogni vitio del polmone et alla voce perduta per siccità” 4. 1Si v.collezione Ducrot di Milano (BALLARDINI 1934, n. 33 e 34) e collezione Serra (LA PORTA D’ORO 1964, nn. 156 a-b e 157. 2RICHTER 2006, scheda 50, p. 101; attr.: Faenza o Castel Durante, prima metà del XVI sec. 3MELICHIO 1660, p. 50. 4MELICHIO 1660, p. 61.
Asta Live 267

Importanti maioliche italiane dal Rinascimento al Barocco

mar 25 Ottobre 2016
Milano
TORNATA UNICA 25/10/2016 Ore 15:00
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