Esposizioni: Caravaggio e caravaggeschi. La pittura di realtà , Sassari, Palazzo Ducale (25 giugno - 30 ottobre 2015), mostra a cura di V. Sgarbi. Bibliografia: Caravaggio e caravaggeschi. La pittura di realtà , catalogo della mostra (Sassari, Palazzo Ducale, 25 giugno - 30 ottobre 2015), catalogo della mostra a cura di V. Sgarbi, 2015, p. 118. Il profilo sagomato del dipinto favorisce la composizione coinvolgente del racconto con l’assuefarsi delle figure in primo piano, colte da un’inquadratura ravvicinata nel momento culminante del racconto. L’angelo mandato da Dio, partecipe del dramma, giunge in extremis mentre Abramo sta per assestare il colpo finale sul figlio Isacco, mestamente raccolto in un angolo. La conduzione morbida del pennello animata da sapienti trapassi chiaroscurali, fedele al dato naturale e alla resa epidermica di alcuni dettagli, - si notino le ali dell’angelo e la folta barba del patriarca -, obbediscono alla mano di Gioacchino Assereto. Annesso alle fila del caravaggismo genovese, Assereto gode oggi del giudizio ammirativo di Roberto Longhi che lo valutò, insieme a Bernardo Strozzi, tra gli artisti più interessanti del primo Seicento, nonostante fosse stato in vita piuttosto stanziale (ad esclusione di un breve tappa a Roma fissata al 1639) e per questo ignorato dalle fonti coeve. Il dipinto in esame trova ragionevole collocazione tra gli anni Trenta e Quaranta del Seicento, nel catalogo della maturità del pittore che, ormai liquidate formule ancora improntate ad una cultura tardo-manierista, si apre alle novità del gusto barocco sull’esempio dei colleghi lombardi e degli stimoli caravaggeschi penetrati da Roma, aderendovi intimamente ed abbracciando della cosiddetta “pittura di realtà †soprattutto quegli aspetti più umani e immediati.