La prima, inconfondibile cosa che viene in mente guardando questo disegno sono quelle 5 semplici note, ripetute e riprodotte in dialogo con l’astronave madre aliena, in quella che diventa una sinfonia e una conversazione, dapprima misurata e poi sempre più concitata, che porta al lieto fine pieno di speranza, di dolcezza, di pace di uno dei più grandi film di fantascienza di sempre. I timori e le paure che percorrono tanti film di fantascienza che si trasformano in guerre tra i mondi, qui si dileguano in gesti semplici di unione, per trovare un terreno comune che unisca e che non divida, per apprezzare l’altro proprio perché è “altro e diverso”, ma in fondo a noi simile. Il grande messaggio di speranza del film e della melodia prende forma nell’espressione dolce dell’alieno nato dalle mani di Carlo Rambaldi, un’animatronic che sembra reale e che saluta col gesto della mano un mondo umano non più impaurito, ma pronto a crescere insieme, in pace e in armonia. A distanza di 43 anni, quelle speranze rimangono un punto fermo e attuale, per potersi sempre sentire davvero umani.