Il mittente è un volontario al seguito di Garibaldi e scrive da Caserta dove si trova di passaggio: “...Quanti fratelli sono tutti venuti da Garibaldi! Non solo Italiani ma Ungheresi, Inglesi, Francesi, Polacchi d’ogni Nazione e perfino donne e bambini sono qui a combattere le sante battaglie della libertà. Sono gli estremi sforzi della tirannide che bisogna ad ogni costo schiacciare. Qui giovani che primi esposero la loro vita hanno il diritto di riposare e tornarsene, come molti fanno, alle loro case. Subentrino gli altri. Deh per Dio! Persuada nei nostri Paesi i giovani a partire volontari per l’esercito del mezzogiorno: Garibaldi li chiama. Che gioverà avere campi e bestiame quando lo straniero ve li venga a calpestare ed a rubare?...Ieri l’altro i regi hanno ripreso la posizione di Caiazzo, ed avrebbero qualche velleità di avanzarsi, ma col Generale che è ritornato da Napoli, e colle masse che arrivano continuamente speriamo di stringere Capua e tagliare le comunicazioni con Gaeta. Ora le nostre posizioni sono Maddaloni, Caserta e Santa Maria. Io alloggio nel Palazzo Reale nel quartiere di Statella, divenuto caserma. Quivi è il Quartier Generale di Garibaldi...”