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San Francesco d'Assisi

€ 30.000,00 / 40.000,00
Stima
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Descrizione
tempera su tavola a fondo oro
Largh. 40 - Alt. 133 Cm
Autentica
Expertise Prof. Mauro Natale, 7 III 2022
Ulteriori informazioni
"La grande tavola è stata rifilata lungo i due bordi laterali e privata della cimasa che doveva completarla nella parte superiore. Come dimostrano le impronte di due traverse orizzontali segnate sul retro, faceva parte di un polittico di cui ancora non sono stati identificati altri elementi; la posizione del santo dimostra che esso era collocato a sinistra dell’immagine principale.

Il dipinto raffigura san Francesco contraddistinto dalle stigmate nelle mani e nel costato, che il santo mostra sollevando un lembo del saio grigio, abito tipico dei monaci dell’ordine mendicante da lui stesso fondato. L’aureola che cinge il capo del santo è in parte occultata dalla doratura posticcia, applicata su quella d’origine probabilmente nel corso del secolo XIX, allorché l’innesto della cuspide venne mascherato con un ridipintura di colore scuro che delinea un arco a tutto sesto, forse nell’intento di “modernizzare” in senso rinascimentale il carattere del quadro.

Nonostante questo intervento, la superficie pittorica è conservata in modo molto soddisfacente e rivela quella “insuperabile solidità e nitidezza” (Federico Zeri, Sul problema di Nicolò Tegliacci e Luca di Tomè (Paragone”, 105, 1958), in Giorno per giorno… 1991, p. 80) che contraddistingue gli inizi del pittore senese Luca di Tommé, maturati nell’orbita delle opere tarde di Pietro Lorenzetti.

Esaminando e ricomponendo il polittico con la Madonna in trono con il Bambino, angeli e i santi Giovanni Battista, Tommaso, Benedetto e Stefano della Pinacoteca Nazionale di Siena (inv. 51: Sherwood A.Fehm Jr,. Luca di Tommé. A Sienese Fourtheenth-Century Painter, Southern Illinois University Press, Carbondale 1986, pp. 76-83, cat. 11), firmato congiuntamente da Niccolò di ser Sozzo Tegliacci e da Luca di Tommé nel 1362, Federico Zeri ((1958) 1991, pp. 79-82) ha acutamente distinto le mani dei due artisti; lo storico dell’arte ha inoltre puntualizzato come elementi caratteristici del linguaggio di Luca di Tommé “la insistita severità iconica; la preferenza per modi di abbreviazione formale e narrativa; la tendenza a risolvere l’immagine con mezzi essenzialmente lineari, e con un’accentuazione quasi neo-bizantina dei rapporti fra figure e fondo astratto” (Zeri ((1958) 1991, p. 85).

In seguito Gaudenz Freuler (L’eredità di Pietro Lorenzetti verso il 1350: novità per Biagio di Goro, Niccolò di Ser Sozzo e Luca di Tommé, in “Nuovi studi. Rivista di arte antica e moderna”, II, 1997, 4, pp. 15-32), a cui si deve il suggerimento di riferire questo dipinto al pittore senese (comunicazione verbale, 6 III 2022), ha sottolineato i debiti lorenzettiani dello stile di Luca di Tommé e messo in evidenza l’indipendenza linguistica del pittore dal linguaggio dell’associato Niccolò di Sozzo, morto nel 1363 e piuttosto iscritto nel solco della tradizione di Simone Martini. Freuler (1997, p. 22) ha restituito a Luca di Tommé due tavole con i Santi Michele e Francesco del Musée des Beaux-Arts di Amiens, già attribuite a Bartolo di Fredi, in cui il santo francescano rivela vari punti di contatto con questo dipinto: oltre al volto “ascetico e spigoloso”, al lungo asse nasale e il simile gesto nell’esibire la piaga, il saio è modellato con pieghe rettilinee semplificate, assai simili a quelle del nostro dipinto. Anche l’anatomia sommaria delle mani è affine.

Le stesse caratteristiche si ritrovano in un alcune delle figure di un polittico smembrato proveniente dalla chiesa di San Michele a Siena (G.Freuler 1997, pp. 23-26), tra cui compare un San Giovanni Gualberto in collezione privata, del quale San Francesco sembra interpretare, semplificandolo, il sistema delle pieghe del tessuto e l’efficace impianto volumetrico. Cogliendo la radice lorenzettiana del linguaggio di questa fase di Luca di Tommé, Gaudenz Freuler riferisce queste opere ad un’epoca di poco anteriore al polittico senese del 1462: cioè ad anni intorno al 1460, datazione che sembra convenire anche al pannello qui esaminato."

Ringraziamo il Prof. Mauro Natale per l’autorizzazione a utilizzare il suo studio sul dipinto


Asta Live 727

Old Masters - III

mer 15 Giugno 2022
Genova
TORNATA UNICA 15/06/2022 Ore 15:30
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