Esemplare proveniente dalla celebre asta L. & L. Hamburger, Francoforte, 7 gennaio 1902, Collezione Gnecchi, lotto n. 1287.
Ritornata la città sotto la signoria estense nel 1336, la zecca di Modena rimase inattiva fino al marzo 1488, quando fu riaperta per volere di Ercole I: all’inizio furono battute solo monete in rame, mentre l’emissione degli altri nominali cominciò solo nel 1499 (cfr. Le zecche italiane 2011, pp.893-905). Al rovescio, in omaggio al duca estense e con riferimento al suo nome, è raffigurato il leggendario eroe greco Ercole in una delle sue sette fatiche, ossia l’uccisione del feroce leone che terrorizzava la popolazione della città di Nemea nei pressi di Corinto; poiché la belva aveva una pelliccia impenetrabile alle armi, Ercole dovette ucciderla con la sola forza delle sue braccia. Poi scuoiò l’animale e si coprì con la sua pelliccia, divenendo invulnerabile. Zeus pose poi il leone Nemeo tra i segni dello Zodiaco. Il motto “Deus Fortitudo mea”, Dio è la mia forza, è tratto dal libro dei Salmi.