Paolo de Matteis è senza dubbio uno degli esponenti più significativi della pittura barocca nell’Italia meridionale. In seguito al suo trasferimento a Napoli, ebbe modo sin dalla giovane età di entrare in contatto con i grandi artisti partenopei dell’epoca, come per esempio Luca Giordano, di cui divenne uno dei migliori allievi, e di entrare a corte al servizio del Viceré spagnolo.
Pur mantenendo Napoli come città di riferimento per tutto il corso della sua vita, l’artista riscosse successo anche a livello internazionale, trascorrendo un proficuo soggiorno a Parigi durante il primo decennio del Settecento. In questa occasione, Paolo de Matteis ebbe modo di rinnovare il proprio linguaggio, distaccandosi dalla lezione giordanesca e concependo un personale lessico estetico e formale.
Nella magnifica tela qui presentata, viene narrata dall’artista una vicenda tratta dal Vecchio Testamento e cioè l’episodio di Agar e il figlio Ismaele. Dopo essere stati esiliati da Abramo per volere di Sarah nel deserto di Beersheba con solo del pane e un poco di acqua, madre e figlio vennero salvati da morte certa dall’a miracolosa apparizione di un angelo, che rivelò loro la presenza di un pozzo nelle vicinanze al quale poterono dissetarsi.