Il dato di partenza da cui trae ispirazione Migliara per la composizione di questo capriccio, che replicherà più volte durante la propria carriera, è costituito dalla celebre acquaforte di Canaletto, raffigurante la Veduta fantastica con San Giacometto di Rialto.
L’esecuzione di numerose copie autografe dell’opera, come nel caso di quella conservata all’Accademia Carrara di Bergamo e quella delle Gallerie d’Italia a Milano, o di parziali riproduzioni del soggetto, conferma la duratura fortuna goduta dai temi di ispirazione veneziana presso i maggiori collezionisti milanesi, che fin dalla metà del Settecento vantavano nelle loro raccolte opere di Canaletto e Bernardo Bellotto.
All’aprirsi del secolo successivo Giovanni Migliara si fa interprete dell’ampia divulgazione di questi soggetti attraverso copie e opere d’invenzione destinate ancora all’aristocrazia, ma soprattutto alla media borghesia, che gradiva la facile reperibilità sul mercato e i prezzi contenuti, sostenuti da una produzione seriale.