La paternità delle opere qui presentate venne ricondotta per la prima volta all'artista da parte del Prof. Francesco Frangi, il quale riconobbe nelle tavole lo stile esecutivo di quel, purtroppo ancora ad oggi sconosciuto, maestro lombardo che nei primi anni del Cinquecento realizzò gli affreschi per la chiesa dell'Immacolata Concezione a Rivolta d'Adda.
Lo stile consente altresì il confronto con “L’adorazione dei pastori” conservata alla Pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano (cfr. Natale 1997, I, pagg. 184-186).
Si segnala che Franco Moro, all'interno della sua pubblicazione 'Due fratelli, due differenti percorsi. Martino e Alberto Piazza' (in 'Studi di Storia dell'Arte', n. 8, 1997, pp. 69-184), ha proposto di riconoscere l’autore degli affreschi nella volta dell’oratorio dell’Immacolata Concezione di Rivolta d’Adda, e il relativo problema del Maestro, con gli esordi della carriera di Martino Piazza da Lodi. In una fase iniziale ancora particolarmente legata al fratello Alberto. Le due tavolette in vendita, presentando caratteri ispirati ai volti leonardeschi raffigurati in tale contesto, sembrano pertanto riconducibili a Martino Piazza da Lodi.