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Alzatina
Faenza, fine XVI- inizio del XVII secolo

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Descrizione

Alzatina Faenza, fine XVI- inizio del XVII secolo

Maiolica. Marca: assente. Altezza cm 4,8; diametro cm 27. Conservazione: buona; alcune sbeccature al bordo di cui una con vecchio restauro; felatura alle ore 1; craquellures

La foggia corrisponde alla tipica alzatina cinquecentesca, composta da un piatto superiore piano e con un breve orlo, sorretto da un piede svasato con colletto stretto. Nel piano, a piena superficie, sulla destra è rappresentato un putto ignudo seduto sulla riva di un corso d’acqua, mentre è in atto di tirare su un pesce con una canna; sullo sfondo è raffigurata una città e nel cielo campeggia una nuvola a cumulo.
La tipologia di tali opere è sostenuta da richiami precisi contenuti negli elenchi forniti dalle “credenze” del secondo Cinquecento. Essa infatti veniva registrata negli inventari come “sotto coppa per dar da ber”1, ossia vassoio o presentatoio atto a porgere piccoli bicchieri da liquore, noti nella stessa forma nella coeva arte vetraria e rappresentati anche nella pittura, in cui per tutti basti citare il «Bacco Fanciullo» di Guido Reni.
Tuttavia questa alzatina si distacca dalla media in quanto risulta davvero singolare riscontrare una scena di genere, per di più istoriata a piena pagina.
Risulta infatti più frequente trovare alzatine decorate con un unico tema centrale: uno stemma, un figurina sacra o profana, un’allegoria, una “grottesca”, che alla fine del Cinquecento sviluppa una trama di elementi fantastici più diradata e compendiata, secondo una tendenza che anticipa i caratteri dei “bianchi” secenteschi.
Qui invece siamo, sì, in presenza di un saggio pittorico nello “stile compendiario” dei “bianchi di Faenza”, ma impostato secondo una visione decisamente narrativa, in cui sono presenti elementi quali, ad esempio, una veduta di città, descritta con ricchezza di dettagli negli edifici, ma anche le balze a massi arrotondati, quasi a formare delle isole su cui poggiano gli agglomerati eil putto. Quest’ultimo poi mostra ancora la fresca estemporaneità del ductus compendiario dei cupidi, amorini, erotini ecc., della migliore stagione cinquecentesca faentina, anche se qui trapela già un gusto di transizione stilistica verso il secolo successivo, espressa in particolare dalle botteghe dei Mazzanti2 e dei Vicchi.

NOTE:
1RAVANELI GUIDOTTI C., Thesaurus di opere della tradizione di Faenza, Faenza 1998, pp.458 e s.
2 RAVANELLI GUIDOTTI C. , Faenza- faïence “Bianchi” di Faenza, Ferrara 1996, p. 322.
Asta Live 1059

Maioliche e Porcellane

mar 10 Giugno 2025
Genova
TORNATA UNICA 10/06/2025 Ore 10:30
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