Difficile escludere dal contesto genovese di primo seicento questo splendido inedito i cui riferimenti iconografici e compositivi rimandano direttamente alle diverse versioni di Ecce Homo eseguiti da Gioacchino Assereto. Scaturite, quelle come questa, dall'intreccio di suggestioni diverse, lombarde e nostrane, ma anche toscane e fiamminghe, sono manifesti di un momento di grande fertilità creativa nata appunto dai reciproci scambi tra i pittori. Il rapporto tra Giovanni Ansaldo, a cui si assegna questa tela, e Gioacchino Assereto è ben documentato e diretto. Non è nota la data esatta dell'ingresso dell'Assereto nella bottega dell'Ansaldo, dopo un primo allunato presso il Borzone, che dovrebbe comunque cadere intorno al 1618. Sono gli anni in cui domina a Genova la figura del collezionista e mecenate Gio. Carlo Doria, che tiene in casa propria una Accademia del disegno [...] frequantata da Luciano Borzone, Gioacchino Assereto, Gio. Domenico Cappellino e Giulio Benso, Bernardo Strozzi e probabilmente anche da altri. [...] Dovrebbe essere proprio questo il contesto in cui nasce l'Ecce Homo qui illustrato, nel quale tutte le componenti si miscelano in modo colto ed elegante [...] Anna Orlando