Artista milanese, attivo fra il 1805 e il 1825 circa, connotato da una forte vena realistica tipicamente lombarda, che lo induce a concentrarsi sulla resa fisionomica, piuttosto che sulle parti accessorie, come le vesti. La gentildonna, con un vistoso pettine infilato nello chignon, è ritratta all’aperto, contro una quinta arborea, in un momento di pausa dalla lettura (l’indice della mano destra, infilato nel libro, tiene il segno). L’epidermide, dalla tonalità naturale, sfrutta la luminosità dell’avorio e induce l’attenzione dell’osservatore a concentrarsi sul viso, vero fulcro della miniatura. L’opera è pubblicata in C. Parisio, Ritratti in miniatura nella Milano neoclassica, Brescia, 2010, pp. 49, 103.