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Studiolo incrostato con marmi di cava archeologica, Venezia, 1570-80

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Descrizione

Studiolo incrostato con marmi di cava archeologica, Venezia, 1570-80

Cm 56x48,4x31.Presenta scafo ebanizzato, fronte architettonica con edicola a timpano, su quattro colonne tortili, pannelli centrati da marmi pregiati, cornici e sfondi lumeggiati a oro liquido. Il frequente utilizzo di fondi ebanizzati poi variamente indorati e laccati, è a Venezia una sorta di motivo firma e questa produzione di stipi o studioli architettonici va inserita tra le più interessanti categorie tipologiche di specifica matrice locale. Pilastrate e cornici sono modanate a saltarello, mentre il fitto susseguirsi di fasce, registri, catene, timpani e plinti è decorato da minute teorie di florilegi naturalistici, lumeggiati in oro e verniciati a bitume o sandracca. Colonnette doriche o tortili sorreggono edicole e trabeazioni che celano vani e cassetti segreti. Allineati entro clipei e nelle specchiature dei pannelli, campeggiano campionari di rari marmi venati e screziati provenienti da scavi archeologici: ne consegue un caleidoscopico gioco di colori che trascende nella più alta e sofisticata poetica del bello. La fascia del timpano, cela un ampio vano porta lettere, penne, lume e vari accessori scritturali, fra cui il probabile calamaio coevo, un lume ad ampolla e una clessidra. Punto di partenza per lo studio di questa interessante tipologia d'arredo è lo splendido stipo conservato al Palazzo del Quirinale a Roma, edito da Alvares Gonzales Palacios in Il patrimonio artistico del Quirinale, Milano, 1996 (cfr. pagg. 42, 43, scheda n. 1) che presenta analoga impaginazione compositiva e medesime soluzioni decorative, peraltro del tutto simile a quello conservato nelle Civiche Raccolte d'Arte Applicata di Milano, pubblicato da C. Alberici in Il mobile veneto (Milano, 1980, p. 62), datato intorno al 1580. Gli studiosi concordano ad assegnare questi manufatti ad area veneziana, ascrivendoli intorno all'ottavo decennio del Cinquecento; datazione condivisibile, in ragione della concomitante presenza in taluni manufatti di cornici perimetrali variamente ornate a cremagliera, di gusto lombardo ma di ascendenza fiamminga: un repertorio decorativo variamente attestato nelle cornici databili alla seconda metà del Cinquecento. E' peraltro di tipico ambito veneziano la trattazione a minuta calligrafia naturalistica che caratterizza i decori di sfondo e delle riquadrature delle cornici, finemente risolte a oro liquido. Inoltre, in ambito lagunare è significamene attestata l'adozione di incrostazioni di marmi pregiati - a venatura fittamente screziata - disposti a centrare i pannelli dei cassetti, della predella e dell'architrave. Nota. Corredato nel vano scritturale da con coevo calamaio a vasca in marmo broccatello di Tortosa in Spagna, `500, su piede di lavagna; di una clessidra entro custodia marmorea, antica; di un lume ad ampolla vitrea, antico. Bibliografia: pubblicato a cura di Paolo Cesari, in Mobili dipinti, Icaro ed., Modena, 2004, p. 31 (ill.).
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mer 18 Novembre 2015
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TORNATA UNICA 18/11/2015 Ore 17:30
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