Importanti maioliche italiane dal Rinascimento al Barocco

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Albarello Casteldurante, metà del sec. XVI

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Descrizione

Albarello Casteldurante, metà del sec. XVI

Maiolica Altezza cm 28,2 lievi incrinature e base con riparazione visibile. Provenienza: collezione privata
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Albarello a corpo cilindrico, leggermente rastremato nella zona mediana, con base carenata e spalla che chiude su una bocca ampia ad orlo leggermente estroflesso. Sulla parte anteriore è dipinto un medaglione circolare, delimitato da un festone, che racchiude un busto di donna con diadema e clamide annodata sulle spalle. Attorno sono dipinti dei “trofei” d’armi (scudi antropomorfi, elmo, spada, corazze, tamburi ecc.), e cornucopie. Orizzontalmente si dispone una lunga tabula con estremità ansate, su cui è tracciata l’indicazione farmaceutica “Sy. DESTICADOS. SI”. Tra spalla e colletto, e verso la base è dipinto un festone di derivazione “robbiana”. Dipinto in arancio, blu, giallo, mezza tinta e verde; minuti dettagli “graffiti” sul fondo blu. Quest’opera appartiene ad una raffinata serie farmaceutica caratterizzata da una sofisticata ri- cercatezza formale, basata sull’uso della mezza tinta, dalla ‘grisaille’ alla tonalità più calda pastello, che caratterizza le opere durantine di più aulica fattura sin dalla metà degli anni ’20 del ‘500, sempre ancorati ad un impianto rigorosamente simmetrico, come dimostra un piatto del Museo di Faenza1. Questo albarello tuttavia va posto cronologicamente attorno alla metà del secolo, all’interno di una notevole produzione specializzata in corredi farmaceutici, che nella veste decorativa raccoglie e mette a frutto l’esperienza maturata sui “trofei” e delle “grottesche” con figure fantastiche (arpie e mostra), ricavati guardando modelli incisori, costantemente a mezza tinta, con incastri a volumi larghi sviluppati alla metà del ‘500 dalla bottega di Ludovico e Angelo Picchi e, parafrasati ancora d negli anni ’60 da Simone da Colonnello “in Castel Durante”, la cui maniera (fig. c) si avverte anche nella fattura del busto incluso nel medaglione del nostro albarello (fig. d). La datazione si può ricavare dalle date certe di un piatto del “1549” del Louvre e degli albarelli a Ecouen e a Sèvres, ed altresì dal “1550”, di un altro albarello, già raccolta Pringsheim; e di una fiasca, già coll. marryat (Wilson 1996, scheda 144, pp 354-358) per altro riferimento in senso stilitico risegnala un albarello della donazione Cora nel Museo di Faenza 2. Lo sciroppo “de sticados si (mplex)”, indicato nel cartiglio, secondo il Melichio, che riprende il Me- sue, era prescritto per “ogni infirmità fredda, di nervi, e del cervello, come la paralisia, l’epilessia, il spamo, il tremore e la tortura” (MELICHIO 1660, p. 111). 1RAVANELLI GUIDOTTI 1990, scheda 116, pp. 210- 211. 2RAVANELLI GUIDOTTI 1990, scheda 118, pp. 213- 214.
Asta Live 267

Importanti maioliche italiane dal Rinascimento al Barocco

mar 25 Ottobre 2016
Milano
TORNATA UNICA 25/10/2016 Ore 15:00
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