Albarello col corpo cilindrico leggermente rastremato sulla zona mediana, carenato verso la base piatta. Mostra la spalla stretta che chiude un alto colletto cilindrico ad orlo estroflesso. L’intera superficie è suddivisa in fasce orizzontali, delle quali la maggiore è quella mediana che racchiude delle teste di cherubini su fondo arancio. Sopra e sotto si dispongono fasce con motivi ad ovuli e riquadri architettonici, mentre verso la base una larga fascia a velatura blu è finita con un giro archetti terminanti a crocette, simili “a peducci”. Sulla spalla e sul colletto altre due fasce racchiudono foglie dentellate e cuspidate e un motivo a festone di tipo “robbiano”. L’opera presenta foggia e impianto decorativo dei tutto simili a quelle dell’albarello precedente. Tuttavia è possibile cogliere qualche variante in taluni dettagli, quali, ad esempio, le due fasce poste dopo quelle con i quadrati prospettici, che propongono delle semplici embricazioni capovolte, anziché il motivo ad ovuli architettonici, alternati a punta di lancia, come in quello sopra descritto. Stessi inoltre i tratti stilistici dei cherubini della larga fascia centrale, peculiari a tutta la serie cui appartiene e della quale si è detto nella scheda precedente, che sono ancora espressione del “primo- istoriato” senese, specie di quello proposto nei noti complessi pavimentali di S. Caterina e Petrucci, e italiano in generale.