Importanti maioliche italiane dal Rinascimento al Barocco

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Albarello Montelupo, prima metà del sec. XVI

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Descrizione

Albarello Montelupo, prima metà del sec. XVI

Maiolica Altezza cm 26 Restauri alla base e danni alla bocca Provenienza: collezione privata
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L’opera presenta corpo cilindrico, slanciato e leggermente rastremato nella zona mediana; la base è carenata e piatta, con accenno di piede; la spalla del vaso stringe verso una bocca a breve colletto estroflesso. Al centro della zona mediana frontale è dipinto un’anfora che richiama nella forma analoghi oggetti realizzati in metallo, da cui dipartono tralci graffiti “graffiti”, su fondo blu, terminanti con una corolla; sopra al vaso è dipinto un nastro orizzontale su cui è tracciata la scritta farmaceutica “MICRETA”, in caratteri capitali. Sotto la base si notano dei segni graffiti nel “biscotto”. Dipinto in arancio, blu, giallo e rosso. L’albarello appartiene ad una serie di vasellami la cui veste decorativa, classificata da Fausto Berti come “blu graffito tardo”, attorno alla metà del ‘500 a Montelupo registra un particolare sviluppo, specie sui vasi da farmacia di cui si conoscono albarelli di forma simile, ma di diverse capienze, vasi globulari biansati e brocche (utelli)1. L’omogeneità tecnico- decorativa che caratterizza questi vasellami montelupini, decorati a fondale in “blu graffito”, alimenta l’ipotesi che in origine appar- tenessero di un unico corredo da spezieria, che Berti include tra i corredi “con simboli e stemmi di richiamo o destinazione incerta” e denomina “del Vaso”2, del quale facevano par te, ad esempio, gli albarelli della collezione Adda3, collezione Serra4, del Museo di Faenza5, del Bargello di Firenze6, del Museo del Vino di Torgiano, del Philadelphia Museum of Art7, delVictoria and Albert Museum di Londra8, un vaso globulare biansato già nel Museo Artistico industriale di Roma9 ecc. Con questa raffinata veste in “blu graffito”, sono note altresì delle grandi coppe su piede, nelle quali questa decorazione, di bell’effetto, fa da sfondo a figure, busti di “belle”, animali ecc.10. Circa la scritta MICRETA, riferita al contenuto, è evidentemente forma corrotta per “MICLETA”, medicamento che nella “Farmacopea Universa- le del Lemery, che riporta il medico Nicolò Salernitano, “Significa medicamento per il flusso di sangue, e per quello delle morici. Si dà codesto nome ad una composizione, astringente” 11. Segnaliamo inoltre che la stessa dicitura “MICHE- TA” è indicata su un albarello di Deruta, in raccolta privata, datato “1507”. 1MARINI 2014, scheda 80 a, b, pp. 152-153. 2BERTI 2010, pp. 179- 181. 3RACKHAM 1959, fig. 165, n. 575. 4LA PORTA D’ORO 1964, 129- 131, n. 23. 5BOJANI- RAVANELLI GUIODOTTI- FANFANI 1985, scheda n. 525, p. XLIV e p. 209. 6Donazione Pillitteri (ALINARI- SPALLANZANI 1997, scheda 3-4, pp. 14- 16). 7WATSON 2001, scheda 27. 8RACKHAM 1940, n. 356. 9BERTI 1999, pp. 143- 145, figg. 80- 85; BERTI 2008, pp. 318- 319. 10RAVANELLI GUIDOTTI 1990, pp. 70- 72, schede 35 e 36. 11LEMERY 1742, p. 20. Bibliografia L’opera è apparsa sul mercato nel 1982 (CHRI- STIE’S 1982, lotto 323) ed è pubblicata in: MORLEY FLETCHER- McILROY 1984, p. 45, fig. 5; Ceramiche varie, maioliche, porcellane italiane 1984, p. 78, fig. 347.
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Importanti maioliche italiane dal Rinascimento al Barocco

mar 25 Ottobre 2016
Milano
TORNATA UNICA 25/10/2016 Ore 15:00
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