Questo suonatore di liuto ben si colloca a cavallo del passaggio tra XVII e XVIII secolo nell'attività del pittore bolognese. I confronti possono essere fatti specialmente con il Davide (fig. 1) della sagrestia della chiesa di San Salvatore (l'inclinazione del viso, la spumosità della piuma che sormonta il copricapo, i ciuffi di capelli neri scolazzanti e lo sguardo fisso sullo spettaore) e con la Susanna e i vecchioni (fig. 2-3) della Pinacoteca Nazionale di Bologna (l'orecchio che si torce e si chiude su se' stesso quasi a punta, i polpastrelli lunghi e schiacciati, le sete sgargianti e quasi smaltate alla veneta e la profondità del cielo, resa tramite delle nuvole fratte e sfilacciate dal vento in una inclinazione quasi diagonale).