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Importante vaso Doccia, Manifattura Ginori, anni Novanta dell’Ottocento

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Descrizione

Importante vaso Doccia, Manifattura Ginori, anni Novanta dell’Ottocento

Porcellana policroma. Marca: “GINORI” in verde sotto smalto. Altezza senza base in legno cm 108; altezza totale cm 178. Perfetto stato di conservazione. Base in legno probabilmente coeva
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Il vaso, con decoro pittorico naturalistico e plastico con soggetti di fantasia, è documentato in una fotografia databile intorno al 1884, dove viene mostrata la prima sala espositiva del Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia presso l’antica sede a Doccia di Sesto Fiorentino. Esso costituisce un esempio di recupero a Doccia di una produzione in porcellana di notevoli dimensioni abbandonata dagli eredi del marchese Carlo Ginori (fondatore della manifattura) e recuperata sotto la direzione artistica dello stabilimento da parte dello scultore accademico Urbano Lucchesi, in un periodo nel quale le notevoli dimensioni dei manufatti sono affidate alla produzione di maiolica artistica. Allievo del più noto Giovanni Duprè e dal 1875 professore di scultura all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove si era formato, il Lucchesi ebbe una longeva collaborazione con la manifattura, che può essere individuata all’incirca dal 1880 fino almeno al 1900. Nel repertorio di modelli di Doccia introdusse soggetti di genere ispirati dal movimento macchiaiolo insieme a “soggetti di fantasia”, così denominati negli inventari dello stabilimento. Si tratta di figure grottesche, mascheroni e animali d’invenzione, quest’ultimi spesso rappresentati intenti a giocare con fanciulli. A questo genere artistico, unitamente alla vena naturalistica che denota la seconda metà dell’Ottocento, va avvicinato il nostro vaso. I decori plastici che lo caratterizzano trovano riscontro in altre composizioni ideate dallo scultore, quali le arpie che emergono dal piede del vaso interrompendone l’elegante sinuosità conferita dal modellato a rocaille di gusto settecentesco. Oppure, i mascheroni alla bocca del vaso incorniciati da cartouches, anch’esse di gusto settecentesco, che bene si raccordano con il motivo del piede. Si tratta di elementi decorativi che, rispetto ad altri pure ideati dal Lucchesi, hanno trovato sviluppo nella sua attività al di fuori della manifattura. Si possono infatti riscontrare affinità con le pseudo candelabra che decorano i lati di un camino da lui modellato in terracotta intorno a gli anni Novanta dell’Ottocento e conservato presso il Museo Nazionale di Palazzo Mansi a Lucca. In particolare, manici a presa trattati a color bronzo e oro, a imitazione del metallo, e modellati con una testa di putto o satiretto imbronciato richiamano soluzioni adottate dallo scultore in un vaso, con le prese però a forma di “teste di drago”, decorato sia con elementi naturalistici, sia con l’effigie di Michelangelo Buonarroti. Quest’ultimo esemplare fu presentato all’Esposizione di Londra del 1888 e ancora a quella di Palermo del 1891. Possiamo, dunque, attribuire il modello del vaso agli anni Ottanta dell’Ottocento e ricondurlo all’invenzione del Lucchesi, anche se per il decoro ritengo sia da datarsi agli anni Novanta dell’Ottocento, in particolare per l’abbinamento di elemento floreali con il fondo blu cobalto. Non è stato possibile rintracciare il nostro esemplare nella documentazione della Manifattura Ginori di Doccia relativa alle Esposizione Internazionali, a cui prese parte assiduamente fin dalla loro istituzione. Tuttavia, lo spoglio di questa documentazione ha permesso di apprendere che, ad esempio, all’Esposizione di Palermo del 1891, insieme al già citato vaso di altezza 90 cm con un decoro naturalistico su fondo blu a “gran fuoco”, fu presentato un altro modello alto 106 cm con: “manichi a teste di Germano d.o [decorato] a fondo bleu g. [gran] fuoco di fornace, foglie fiori e Uccelli a colori vari sotto smalto mezze tinte oro fulminato lumeggiature oro brunito”. La descrizione delle prese suggerisce non trattarsi del nostro esemplare, ma le simili dimensioni e il genere di decoro indicato lasciano presagire un interesse per questa tipologia di modello, che trova conferma nelle successive Esposizioni Internazionali quali quella di Zurigo del 1893, dove la manifattura ha presentato una serie di varianti all’esemplare citato. Il marchio “Ginori” “in verde sotto smalto [vernice]” identifica il nostro vaso come “oggetto moderno d’ornamento, d’uso ecc.”, secondo quanto indicato nelle Avvertenze in un documento redatto dalla manifattura in occasione della citata esposizione di Londra del 1888. Rita Balleri Bibliografia di riferimento R. Balleri, Urbano Lucchesi (1844-1906): direttore artistico della Manifattura di Doccia dal 1876 al 1906, in “Amici di Doccia-Quaderni”, III, 2009, pp. 44-83. R. Balleri, O. Rucellai, Maioliche Ginori nella seconda metà dell'Ottocento: vicende storiche e collaborazioni artistiche, in Il Risorgimento della maiolica italiana: Ginori e Cantagalli, catalogo della mostra a cura di L. Frescobaldi Malenchini, O. Rucellai, Firenze 2011, pp. 77-118. R. Balleri, Echi del genio di Michelangelo nella manifattura di Doccia dal Settecento al Novecento, in L’immortalità di un mito. L’eredità di Michelangelo nelle arti e negli insegnamenti accademici a Firenze dal Cinquecento alla contemporaneità, catalogo della mostra a cura di S. Bellesi, F. Petrucci, Firenze 2014, pp. 95-100.
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Maioliche e Porcellane - II

mar 12 Giugno 2018
Genova
TORNATA UNICA 12/06/2018 Ore 16:00
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