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Giuseppe Baldrighi (Stradella, 1722 – Parma, 1803)
Ritratto di giovinetto con uccellino, 1760 ca

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Descrizione

Giuseppe Baldrighi (Stradella, 1722 – Parma, 1803) Ritratto di giovinetto con uccellino, 1760 ca

olio su tela, cm 63x51,5
Ulteriori informazioni
Provenienza: asta Sotheby’s Monaco (come Giuseppe Baldrighi), 16 giugno 1990, lotto 459; mercato antiquario, collezione privata Nato a Stradella (Pavia) nel 1722, Giuseppe Baldrighi, ancora bambino, si trasferì con la famiglia a Napoli (1730 circa) e in seguito a Firenze, dove fu forse apprendista presso Vincenzo Meucci. Nel 1750 fu tra i soci onorari dell'Accademia Clementina di Bologna, dove fu apprezzato dal duca di Parma, don Filippo di Borbone. Questi, figlio di Filippo V di Spagna e consorte di Elisabetta di Borbone-Francia, figlia di Luigi XV, avviò a Parma un processo di rinnovamento improntato ai più vivaci indirizzi della cultura europea. Dal 1752 al 1756 il duca inviò Baldrighi a Parigi per aggiornarsi: nella città francese il pittore frequentò l'atelier di François Boucher, ma con occhio attento anche alle opere di Alexandre-François Desportes e di Jean-Baptiste Oudry; alla maniera di quest’ultimo dipinse almeno quattro grandi teste di animali (leone, tigre, lupo e aquila; collezioni private). Del 1756 è la Carità romana (Angers, Musée des Beaux Arts) con cui ottenne la patente dell’Académie Royale. Rientrato a Parma nell’autunno dello stesso anno, divenne pittore di corte dei Borbone e direttore della locale Accademia, aprendo la sua casa a letterati e a colti forestieri. Da allora, si si dedicò quasi esclusivamente al ritratto, allineandosi alla cultura figurativa internazionale, come attesta l’Autoritratto con la moglie (Parma, Galleria nazionale, post 1756). Probabilmente eseguito a Parma, ma memore del soggiorno a Parigi (dove, fra l’altro, è risaputo che si esercitò nel ritratto a pastello) è l’intenso Ritratto di giovane con uccellino, dalla materia pittorica corposa e brillante. Il fanciullo, dai capelli incipriati e il volto lievemente colorito, sfarzosamente abbigliato, è ritratto in posa, secondo i canoni della ritrattistica settecentesca. Rivolge uno sguardo accattivante a chi osserva, e, con gestualità garbata, reggendo con la mano destra un uccellino, indica con la mano sinistra una gabbietta, dove se ne trova un altro: il ritratto è certamente latore di un messaggio amoroso, allusivo al tema del fidanzamento. L’abbigliamento ricercato, alla moda, con giubba bianca bordata in rosa antico, impreziosita da pizzi, fiocchi, sciarpa e cappello, fa pensare che si tratti di un giovane di alto rango, probabilmente appartenente alla corte o alla famiglia stessa dei Borbone. Il dipinto mostra, infatti, evidenti rapporti con La famiglia di don Filippo di Borbone (Parma, Galleria Nazionale, 1757-58) nell’attenzione per i dettagli di costume e nella gamma cromatica, caratteristici del pittore, oltre all’interesse per le belle “teste d’espressione”.
Asta Live 413

Dipinti Antichi

mer 12 Giugno 2019
Genova
TORNATA UNICA 12/06/2019 Ore 15:00
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