L'opera appare impressa su carta avente filigrana Mano databile alla prima metà del Cinquecento. Il soggetto piuttosto insolito è tratto da un disegno di Ippolito Andreasi, stretto collaboratore di Giulio Romano. Bibliografia: Bartsch, n. 21; Passavant, n. 21; Massari, Tra Mito e Allegoria, n. 98; Filigrana: variante Briquet, n. 11150