Le case di tolleranza erano luoghi dove era tollerato, appunto, esercitare la prostituzione ed erano regolamentate da leggi statali. Col tempo, vista l’ordinanza di tenere sempre le tende tirate, si cominciò a chiamarle Case Chiuse. L’accesso era consentito solo ai maggiori di 18 anni ed erano aperte anche al mattino, nonostante fossero poche quelle che operavano, ma ci si poteva andare in ogni momento della giornata, tranne durante la notte, dedicata al riposo, e durante il pranzo. Erano divise in Case di lusso, di 1°,di 2° e di 3° categoria, come gli alberghi, ed erano considerate punti di ritrovo, alla stregua dei club esclusivamente maschili, che si affollavano soprattutto durante la quindicina, il momento di arrivo delle nuove “ragazze”.Le marchette erano gettoni che la maîtresse dava alla “signorina” e corrispondevano a un incontro con una durata predefinita. Venivano poi cambiati alla cassa dal cliente all'uscita e convertiti in denaro. A fine serata maîtresse e “ragazze” facevano i conti e le “ragazze” venivano pagate su questa base, ricevendo circa la metà del corrispettivo in denaro della tariffa pagata dal cliente. Su alcune delle marchette italiane era riportata la tariffa, il nome e la categoria della casa, mentre su quelle americane si possono trovare frasi dal linguaggio scurrile, a mo’ di incitazione al cliente, ma che di fatto indicavano il servizio che stava acquistando. Le tariffe erano esposte sopra la cassa insieme al quadro delle camere, un tabellario con i numeri delle camere che aveva una doppia funzione: quella di segnalare quali camere fossero occupate e quella di segnalare alla maîtresse se il cliente stava prolungando il tempo a sua disposizione. In questo caso la “ragazza” lo indicava premendo un campanello e il numero corrispondente alla camera si accendeva o si ribaltava.