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Elisabeth Vigèe Le Brun (Parigi 1755 - Louvenciennes 1842)
Ritratto di Antoine-Jean Gros

€ 30.000,00 / 40.000,00
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Descrizione

Elisabeth Vigèe Le Brun (Parigi 1755 - Louvenciennes 1842) Ritratto di Antoine-Jean Gros

pastello su carta, cm 75x64,5 entro cornice dorata
Ulteriori informazioni
Nonostante due targhette apposte alla cornice riferiscano l’opera alla mano di Maurice Quentin de La Tour, riconoscendo nei tratti del piccolo effigiato l’identità di Gabriel duc de Choiseul (1762-1839), il magnifico pastello si rivela essere opera di Elisabeth Vigée Le Brun. Lo storico dell’arte Joseph Baillio, che ringraziamo per la premura e la gentilezza, ha accolto e confermato entusiasticamente l’attribuzione, corredando l’opera di uno studio attento e dettagliato, nonché di una Attestation d’inclusion au catalogue raisonné, nella quale già si preannuncia l’inclusione dell’opera al catalogo ragionato della pittrice in corso d’opera. Nel pastello in esame, un bimbo dagli occhi blu, sapientemente descritto dalla penna di Baillio, che per l’occasione traduciamo, «si staglia contro un fondo grigio-blu. Dalla figura, in quelle vesti di piccolo adulto, promanano tutto il candore e la freschezza dell’infanzia. La sua veste di satin blu cielo è ornata da alamari chiusi sul petto e sul verso delle maniche. Gli accessori sfoggiano uno jabot bianco annodato al collo e delle maniche di pizzo. Il piccolo personaggio affonda la mano destra dentro un gilet di taglio elegante della stessa natura dell’abito. La sua lunga capigliatura spolverata di bianco è raccolta in una coda di cavallo sulla nuca e trattenuta da un fermaglio azzurro. La mano sinistra è piegata sull’anca». Dinanzi all’attitudine del ritrattato, una mano inghiottita dentro il panciotto, l’altra flessa, stretta al bacino con nonchalance, impossibile non riandare con la memoria al Ritratto di Louis Marie Gabriel César de Choiseul, marchese di Choiseul, fissato sulla tela dalla celebre pittrice, tagliato a tre quarti di figura e il profilo scorciato, intorno al 1772. Baillio suggerisce una collocazione cronologica del dipinto intorno al sesto decennio del XVIII secolo, sciogliendo anche il mistero dell’identità dell’effigiato attorno all’anagrafe del giovane Antoine Gros (1771-1835), astro nascente della pittura francese e più dotato allievo di Jacques-Louis David. Una menzione estremamente precisa che appare in seno al Libro dei Ricordi della pittrice, pubblicato a Parigi nel 1835 da Hyppolite Fournier, sembra in effetti avallare tale ipotesi. All’altezza dell’anno 1776, si legge: “M. Gros, peintre, enfant”. Finora considerato perduto, il ritratto di Gros riappare così recuperato dalle sacche della storia dell’arte ed è con grande soddisfazione che Cambi Casa d’Aste lo porta all’attenzione degli studi. Nel 1776, ripreso sulla carta probabilmente poco dopo le nozze della pittrice, celebrate l’11 gennaio dello stesso anno con il mercante d’arte Jean-Baptiste Pierre Le Brun, il piccolo Gros, nato dall’unione del pittore miniaturista Jean Antoine Gros e Magdeleine Cécile Durand, figlia di un orafo, doveva avere intorno ai 5 anni. Justin Tripier Le Franc, autore di una biografia sul padre dell’infante descrive con precisione l’incontro avvenuto tra la giovane Elisabeth e il giovanotto pieno di vita, un incontro destinato a trasformarsi subito in adorazione da parte della donna che volle ricevere il piccolino in casa propria e lo iniziò, molto prima di Louis David, alla pittura: «Quelques semaines après son mariage, Mme Vigée Le Brun fut présentée par son mari à la famillle Gros. Elle y fut accueillie avec la plus vive sympathie et elle y vit leur jeune enfant, Antoine-Jean Gros, alors âgé de cinq ans. Cet enfant était charmant par sa figure, par son air spirituel, par sa bonne humeur. Il séduisit tout de suite, Mme Vigée Le Brun, qui, peu de temps après, prit plaisir à le recevoir chez elle. Elle n’eut pas de peine à l’y ramener souvent. Elle l’aimait beaucoup et elle s’amusait à le faire jouer et dessiner auprès d’elle ; comme son petit élève était, presque toujours, sage et docile, il était aussi, presque chaque fois, récompensé pour sa bonne conduite et pour son assiduité au travail, par des chatteries de toutes sortes, telles que des tartelettes, des figues, des bonbons et des poires tapées. Gros s’est toujours rappelé avec bonheur l’affection que lui porta Mme Vigée Le Brun, ainsi que de toutes les friandises dont elle l’a comblé dans son enfance». La dolcezza del viso, la fragranza del pastello e la pittura borotalcata del Rococò francese, ci restituiscono appieno l’innocenza dell’effigiato, immortalato nell’infanzia sognante dei suoi anni d’oro mentre ci abbozza un sorriso. Obbediente, si presta all’ufficialità della posa, quasi inconsciamente consapevole del destino glorioso che lo attende, ormai manifesto nel ritratto che di lui eseguì Francois Gérard una quindicina di anni più tardi. Elisabeth e Gros non smisero mai di frequentarsi, uniti da una profonda amicizia sin dai tempi di quei primi pomeriggi passati insieme a a dipingere, tra merende e golose ricompense. Nel suo diario, la pittrice ormai ottantenne ricordava con grande emozione il legame stretto con il collega, improvvisamente interrotto dal tragico epilogo del 25 giugno 1835, giorno in cui l’ormai celebre pittore di Napoleone si gettò tra le acque della Senna: «à cette époque je fis son portrait, et j’eus lieu de reconnaître dans ses yeux enfantins son amour pour la peinture, et même son avenir comme grand coloriste. À mon retour en France [janvier 1802], cependant, je n’en fus pas moins étonnée de retrouver l’enfant homme de génie et chef d’école. De ce moment commença entre nous une liaison que le temps n’a fait qu’accroître ; car je trouvais dans Gros un noble et sincère ami».

Si ringrazia vivamente anche lo storico dell’arte britannico Neil Jeffares che per primo, smentendo l’attribuzione a favore di Quentin de la Tour, ha posto all’attenzione il nome di Vigée Le Brun, accolto come sappiamo da Joseph Baillio, e fatto comparire il nostro esemplare in seno al suo “Dictionary of pastellists before 1800” online, aggiornato in data odierna, sotto la voce di Vigée Le Brun.

 

Neil Jeffares, “Vigée Le Brun”, Dictionary of pastellists before 1800, online edition [http://www.pastellists.com/Articles/VigeeLeBrun.pdf], no. J.76.164.

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