“(...) Le dimensioni e il supporto in rame dichiarano l’appartenenza dell’opera a quella vasta produzione di kabinet, destinata soprattutto al mercato artistico. Prediletti, in questo genere di opere, soggetti a tema religioso, storico o mitologico, che permettevano di unire, come in questo caso, a un certo vigore ‘rubensiano’ - si vedano per esempio le figure plastiche dei carnefici - una vena narrativa e anedottica colorita, di tradizione tipicamente fiamminga.
Qui raffigurato il martirio di Sant’Agnese che, con le sue preghiere riuscì ad estinguere il fuoco entro cui venne gettata, e fu allora uccisa con un colpo di spada alla gola. La composizione vede la santa al centro, circondata dai carnefici, tra cui spicca quello sulla destra che sta per sferrare il terribile colpo. Tutt’intorno, soldati e viandanti sullo sfondo di una Roma rievocata fantasticamente attraverso architetture e sculture antiche, mentre nel cielo si librano putti che sostengono la corona e la palma del martirio. (...)”