L’intarsiatore che si firmava G.B.M. è stato oggetto di lunghi studi da parte dei maggiori esperti del settore e, solo recentemente, è stato identificato con Giovanni Battista Maroni. Ebanista appartenente a una bottega di antica tradizione, poi allievo di Maggiolini, ebbe sicuramente accesso ai disegni di bottega di Maggiolini avendo lavorato nella stessa.
La coppia di cassettoni qui presentati, nonostante priva del
monogramma consueto, evidenzia un repertorio decorativo che è presente in analoghi cassettoni intarsiati a lui attribuiti e può farci ipotizzare l’esecuzione da parte di un ebanista che ben conoscesse la tecnica e i disegni derivati dalla bottega Maggiolini.
Da sottolineare l’impianto generale, la disposizione della lastronatura, il fregio a motivo di girali di foglie d’acanto terminanti con due grifi affrontati, il disegno della candelabra sui montanti, i medaglioni al centro del fronte e dei fianchi.
Come in altri mobili analoghi della sua produzione, l’intarsio è veloce - come nel caso dei grifoni quasi stilizzati sul cassetto sottopiano - ma sempre manifestazione di un’ottima capacità di esecuzione.
La scelta di intarsiare nei medaglioni frontali da una parte Giove e Giunone dall’altra Rinaldo e Armida con Amorino, e nei medaglioni del piano da una parte un profilo maschile e dall'altra un profilo femminile, potrebbe essere evocativa di un’unione e farci ipotizzare che la coppia di cassettoni fu commissionata in occasione di un matrimonio.