Pochissimi esemplari conosciuti. Fra questi uno era presente nella Collezione Fassio, apparentemente indenne da graffi, ma di modulo più stretto rispetto a quello qui offerto.
All’esergo del rovescio, la lettera T indica la zecca di Torino; alla fine della leggenda le lettere G T sono le iniziali di Gabriel Tat o de Tattis da Varese, maestro di zecca di Torino dal 1539 al 1541 e poi documentato anche nel 1547 e tra il 1550 e il 1551. Queste sigle per indicare l’esatta provenienza delle monete, già presenti in modo saltuario e facoltativo su coniazioni precedenti, furono obbligatoriamente stabilite con un’ordinanza reale del 14 gennaio 1540 (Ciani 1926, n. 1128, p.217).
Francesco I d’Angoulême si impadronì del Ducato di Savoia e del Piemonte all’inizio del 1536, all’interno del lungo conflitto che nella prima metà del XVI secolo contrappose la monarchia francese all’Impero di Carlo V per il dominio sulla penisola italiana: Torino rimase sotto l’egemonia francese per venticinque anni, fino al trattato di Cateau-Cambrésis del 1559.