“(…)La predilezione per la pittura prospettica portò Luigi Bisi a specializzarsi nelle vedute di architettura e interni di chiese ed edifici monumentali con un'ottica consapevole dell'arte fotografica, ottenendo un buon successo presso la borghesia meneghina: a differenza del collega e contemporaneo Giovanni Migliara, che trattava composizioni analoghe ma di fantasia, Bisi preferiva comporre vedute reali, anche se nel periodo giovanile si era dedicato per lo più a composizioni di esterni come i ‘Casolari in Brianza’ e la ‘Strada dello Stelvio’. Ben presto le sue preferenze si spostarono agli interni (la Certosa di Pavia, Sant'Eustorgio, la chiesa di Tolentino, Sant' Ambrogio, l'Abbazia di Altacomba, ecc.) e fu a partire dalla fine degli anni Trenta che iniziò a realizzare opere con interni del Duomo di Milano (se ne conoscono molte decine in prestigiose raccolte pubbliche e private), ottenendo unanimi giudizi positivi già dal pubblico contemporaneo, vedute in cui si coglie il perfezionamento progressivo della tecnica di Bisi, ma sempre con intense e autentiche visioni che si rinnovano continuamente attraverso i differenti giochi delle linee, delle luci e delle ombre. (…)”