I due ritratti femminili, probabilmente allegorie della Primavera e dell'Estate finemente scolpite a grandezza naturale, dalle chiome dei capelli, impreziosite da serti floreali e dalle svolazzanti vesti che sembrano una gonfiata dal vento, l'altra che impudicamente scivola sulla levigatezza della pelle fino a scoprire parte del seno, amplificano il senso profano nella classicità delle figure.
Gli stilemi esecutivi dei due busti rimandano al mondo genovese di un Barocco "maturo" ed in particolare all'opera di uno dei più eminenti esponenti di questo panorama artistico lo scultore Filippo Parodi.
Il suo stile, permeato delle esperienze romane nei grandi cantieri Berniniani dei primi decenni della seconda metà del Seicento che ne favorì il passaggio da "bancalaro" a statuario, si ritrova pienamente nelle nostre figure allegoriche contaminate da rivisitazioni di ispirazione Berniniana, come l'uso accentuato della trapanatura in uno dei serti floreali, trovano sostegno nella documentata commissione di busti fatta allo scultore dalla nobiltà genovese