Importanti maioliche italiane dal Rinascimento al Barocco

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Boccale Deruta, fine del sec. XV- inizio del sec. XVI

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Descrizione

Boccale Deruta, fine del sec. XV- inizio del sec. XVI

Maiolica Altezza cm 23 buona conservazione Provenienza: collezione privata Nota: l’opera è corredata di certificato di termoluminescenza
Ulteriori informazioni
Brocca a ventre ovoidale, che restringe verso un piede con bordo a spigolo e a breve svasatura; dalla spalla si sviluppa una bocca ampia, a colletto verticale, terminante con un orlo leggermente estroflesso; il corpo è dotato di lungo versatore a tubetto cilindrico e di largo manico a nastro. Sulla zona frontale, all’interno di un ampio medaglione, delimitato da una cornice “a scaletta”, campeggia lo stemma della famiglia Trinci di Foligno, entro formella polilobata “a risparmio” e su un fondo a girali con piccole foglie e corolle; all’esterno del medaglione si dispongono delle foglie lanceolate e partite in blu e arancio, alternate a ciuffi con steli e trifogli stilizzati; sul manico coppie di pennellate parallele. Dipinta in arancio, blu e verde. Opere come questa, di grande effetto decorativo, costituiscono la premessa alle superbe e più celebrate espressioni ceramiche derutesi, sia policrome sia a lustro, della prima metà del ‘500. Siamo ancora in una sobria fase “severa” o tardo-gotica, a cromia piuttosto “fredda”, caratterizzata da un repertorio complementare di foglie stilizzate partite, per lo più in blu e arancio, come ad esempio nei piatti al British Museum1 e nel Museo della Floridiana a Napoli2, ma anche con serpentine solari di tipo “bernardiniano”, spiralette, puntini, trifogli (o foglie di prezzemolo), ecc. posti spesso a riempimento di una fascia “a risparmio”, soluzione che non è priva di contaminazioni orientali, che contorna ed evidenzia un tema centrale. In questo caso di stratta dello stemma della nobile famiglia Trinci di Foligno (“d’argento alle due teste di cavalli neri unite dal petto in su, con redini vermiglie”) (c), famiglia che sulla ceramica è celebrata su alcune delle mattonelle superstiti (una ventina) del pavimento della cappella Oliva nel convento di Montefiorentino (d), commissionato da Carlo Oliva, figlio di Gianfrancesco Oliva e Marsibilia Trinci: per Corrado Leonardi è lavoro di artisti durantini, dopo il 14903 , e Giuliana Gardelli per un piatto analogamente stemmato, in collezione privata, propone Marche (Umbria) tra il 1484 e il 14894.Va segnalata inoltre l’esistenza di altri vasellami che presentano lo stesso stemma Trinci: un piatto5, già nella collezione del marchese Giuseppe Serafini Degli Abbati- Trinci di Montefalco, ed una brocca, già nelle prestigiose collezioni Imbert e Damiron (e)6. Un interessante confronto è costituito da una analoga brocca, con un busto femminile, già appartenuta al Duca Leopoldo di Baviera, passata all’ asta della vendita della Collezione Glogowski 7. 1THORNTON-WILSON 2009, scheda 45, p. 77. 2ARBACE 1996, scheda 44, p. 45. d 3LEONARDI 19821, pp. 156 e 158. 4GARDELLI 1993, pp. 25-27. 5GARDELLLI 1986, scheda 43, pp. 134- 135 attr.: Marche (Umbria), sec. XV, metà e terzo quarto; EADEM 1987, sche- da, pp. 26-27. 6DAMIRON fig. 33; BERTOGLIO 2007, p. 11. 7CATALOGUE Glogowski 1932, see illustration 39.
Asta Live 267

Importanti maioliche italiane dal Rinascimento al Barocco

mar 25 Ottobre 2016
Milano
TORNATA UNICA 25/10/2016 Ore 15:00
Nelle schede descrittive non è sempre indicato lo stato di conservazione dei beni, invitiamo a richiedere sempre il condition report prima di effettuare le proprie offerte