Importanti maioliche italiane dal Rinascimento al Barocco

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Piatto Venezia, bottega di Mastro Domenego, 1560- 70

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Descrizione

Piatto Venezia, bottega di Mastro Domenego, 1560- 70

Maiolica Diametro cm 25,3 incrinatura nel cavetto fermata con punti metallici. Provenienza: collezione privata
Ulteriori informazioni
Il piatto presenta cavetto di media profondità, ampia tesa orizzontale, basso piede ad anello leggermente incavato. Sul recto, a piena superficie, è raffigurato il mito di Narciso, giovane cacciatore che si innamora della sua stessa immagine riflessa in uno specchio d’acqua, ove troverà la morte; secondo il mito ovidiano (OVIDIO, Metamorfosi, III, 339- 510), fu invano amato dalla ninfa Eco, qui posta sulla destra. Sullo sfondo alberature e alte montagne. Verso smaltato. Dipinto in arancio, blu, bruno violaceo di manganese, giallo e verde. L’opera è un saggio della più canonica maniera maturata nella bottega di maestro Domenego, “depentor over bochaler”, figura dominante nel panorama della maiolica veneziana del secondo ‘500 , come attesta la qualità dei suoi lavori e l’imponente volume della sua attività, che si concentra in un periodo circoscrivibile tra il 1555 e il 1575, grazie ad alcune opere datate e autografe, quali, ad esempio, il corredo del grande Ospedale di Messina (“1562” -“1568”), e il grande piatto con “Il passaggio del mar Rosso”, del “1568”, del Museo di Faenza 1. Non è da escludere che anche quest’opera, sia pur non autografata, possa essere di mano del maestro. Presenta infatti caratteristiche stilistiche strettamente legate a opere certe dell’artista; in particolare affinità si riscontrano tra la testa di Narciso del nostro piatto e quelle di certi di putti, presenti in opere di Domenego, del Museo di Braunschweig e del Victoria and Albert di Londra; inoltre si riscontrano le stesse teste incluse nella decorazione di un simile grande albarello, che porta la data “156 (?)”, la cui ultima cifra risulta illeggibile, ma comunque sufficiente per poter circoscrivere la datazione tra il “1560” e il “1569”2. E’ un decennio in cui l’istoriato su maiolica di maestro Domenego acquista la sua massima pienezza manierista, espressa con un caldo pittoricismo formatosi su influsso della grande pittura veneziana, congiunto ad una materia cromatica, di brillante vetrosità, affinatasi attraverso la parallela tradizione vetraria. Particolarmente affascinante in questa versione risulta il dettaglio della figura di Narciso che, per avere respinto Giunone, si strugge per la sua immagine riflessa nell’acqua: straordinario bozzetto (b), che traduce con la sintesi talentuosa di un sol segno monocromo, la stessa figura del giovane: figura che iconograficamente potrebbe essere stata ispirata all’omonima incisione, attribuita dubitativamente a Gaspar Reverdino (c). Altre due versioni di “Narciso”, attribuite alla stessa bottega di Domenego da Venezia, ma iconograficamente con qualche variante sono nel Museo di Braunschweig 3, e in raccolta privata 4. 1RAVANELLI GUIDOTTI 1989, pp. 43- 46, schede 3 e 4. 2RAVANELLI GUIDOTTI 2006, pp. 118- 123. 3LESSMANN 1979, scheda 626, p. 417) 4CHRISTIE’S 1992, lotto 280; CHRISTIE’S 1994, lotto n. 59.
Asta Live 267

Importanti maioliche italiane dal Rinascimento al Barocco

mar 25 Ottobre 2016
Milano
TORNATA UNICA 25/10/2016 Ore 15:00
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