Importanti maioliche italiane dal Rinascimento al Barocco

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Vaso Faenza, 1550 ca.

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Descrizione

Vaso Faenza, 1550 ca.

Maiolica Altezza cm 34 buona conservazione Provenienza: collezione privata
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Vaso a corpo globulare, dotato di alto colletto a parete svasata e con bocca ad orlo estroflesso; il ventre restringe verso il piede che è piatto e a bordo profilato. Sulla zona frontale, all’interno di un medaglione campeggia il busto vòlto a sinistra di un cavaliere con elmo piumato e cotta di maglia, associato ad un cartiglio su cui è tracciato a caratteri capitali il nome “MORGANTO. P(a- ladino)”; dalla base del medaglione si snoda un largo cartiglio sinuoso su cui è indicata la scritta farmaceutica “Sebestem” in caratteri gotici. Sulla restante superficie si dispone su fasce parallele una decorazione “a quartieri”, mentre un tralcio continuo di foglie corre lungo la zona mediana del vaso. Dipinto in arancio, blu, bruno, giallo e verde. Per la sua veste decorativa quest’opera è canonico saggio della vasta classe di maioliche detta “a quartieri”, che si sviluppa a Faenza accanto alla “grottesca” e ai “trofei”, nel corso della prima metà del ‘500; produzione che presenta una qualità decorativa d’effetto, vivace e ricca come un tessuto, poiché si basa su scansioni regolari a fondo blu o giallo arancio, ma talvolta anche verde, come questo vaso dimostra, che si alternano racchiudendo per lo più foglie di acanto, corolle, girali, cornucopie, delfini, ecc. In ambito faentino essa registra la sua massima espansione a metà del secolo e trova largo impiego specie sui vasellami da farmacia (albarelli, fiasche, brocche, vasi globulari ecc.). Molti i riferimenti cronologici certi di cui disponiamo di questa classe decorativa, quali coppe datate “1543”, “1547” fino al “1575, e opere marcate uscite dalle botteghe di Virgiliotto Calamelli e di Enea Utili1; inoltre sono noti anche albarelli, dei quali uno di rara qualità e dimensioni, è entrato recentemente nel Museo faentino2; non mancano neppure vasi globulari come questo in esame, alcuni forniti di date precise, come il “1548”, di un vaso con il busto di “Isabella”, già nella prestigiosa raccolta Spitzer, alienata il 16 giugno 1893. La stessa data inoltre è su un albarello con il busto di “Annibale”, nelle collezioni del Museo della Floridiana di Napoli, stilisticamente vicino al busto del vaso in esame 3,“1549,“1550”, “15(.)2” 4 e “1555” su una coppia di albarelli agli Uffizi di Firenze (donaz. Contini- Bonacossi)5. Senza dubbio però tra le fogge dei corredi farmaceutici “a quartieri” il vaso globulare è quello che risalta per le sue notevoli dimensioni. Il Museo faentino mette inoltre a disposizione due grandi vasi da farmacia, con medaglioni che racchiudono rispettivamente “AGRAMANTE” e “BERLINGHE- RO” 6, frutto della fortuna degli splendidi racconti che si svilupparono sui poemi del Boiardo e dell’Ariosto, e il Museo di Colonia un vaso globulare con “ISABELLA”, che porta la data certa “1548”7 : tipologia che trova un estremo cronologico nella serie farmaceutica dipinta dal maestro faentino Emiliano Capra (detto “Saladin”), nel “1569”. Ma tra tutti i vasi globulari, particolarmente due del Louvre sono fondamentali perché, su due tavolette dipinte tra i “quartieri”, rendono esplicito il luogo di esecuzione: FATE IN” e “FAENZA”, e in più uno nel medaglione celebra l’eroe ariostesco “RVGERO”7. Nel caso in esame il personaggio evocato nel cartiglio è riferito a Morgante, popolare personaggio dell’omonimo capolavoro epico-cavalleresco di Luigi Pulci fiorentino, stampato alla fine del ‘400, ma del quale uscì un’edizione, ornata di silografie, nel 1549. Va notato inoltre che è abbastanza raro vedere i personaggi dell’epopea cavalleresca sulla maiolica vestiti nel costume del tempo, come in questo caso, mentre è più consueto siano raffigurati nel costume del soldato “all’antica”: segnaliamo solo un altro caso, al Louvre 8, ed un vaso, dello stesso corredo cui appartiene questo in esame, della stessa forma, qualità stilistica, cartiglio e caratteri della scritta farmaceutica, con busto di “ACHILLO”9. Circa la scritta farmaceutica “Sebestem”, si riferisce al Sebesten (v. anche Cordia Sebestana) frutto dell’India a volte indicato nelle vecchie farmacopee per le malattie pettorali. 1 RAVANELLI GUIDOTTI 1998, pp. 366- 391. 2 MAZZOTTI 2014, pp. 123- 128. 3ARBACE 1996, scheda 51, pp. 52, 54. 4Probabilmente si tratta del “1552”, su un albarello della collezione Nicola Leotta, di Palermo. 5MARINI 2003, pp. 129- 138, fig. 11. 6RAVANELLI GUIDOTTI 1998, pp. 389- 391, scheda 99. 7 KLESSE 1966, scheda n. 281. 8GIACOMOTTI 1974, scheda n. 961. 9GIACOMOTTI 1974, schede nn. 959- 960. 9 Così anche due vasi di identica foggia e di stringente qualità stilistica nella raccolta Contini- Bonacossi agli Uffizi, di cui uno con la stessa scritta farmaceutica “Sebasten” (MARINI 2003, pp. 129- 138, fig. 9)
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Importanti maioliche italiane dal Rinascimento al Barocco

mar 25 Ottobre 2016
Milano
TORNATA UNICA 25/10/2016 Ore 15:00
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