I piatti appartengono al servizio dei ”fiordalisi” e prende il nome dai fiori che ornano la tesa. Il centro del cavetto ospita una riserva con vedute del regno. Contemporaneo al più famoso “servizio dell’oca” ebbe particolare successo come ci fa notare la studiosa A.Caròla-Perrotti in “Le Porcellane dei Borbone di Napoli, Capodimonte e Real Fabbrica Ferdinandea, 1743 - 1806”, Napoli 1986, p. 463, che ne pubblica qualche esemplare (n. 400-402). Un altro piatto é conservato a Milano, Castello Sforzesco (cfr. L.Melegati, Le porcellane europee al Castello Sforzesco, Civiche Raccolte d’Arte Applicata, Milano 1999, p. 93)