Questa splendida tela di grandi dimensioni, raffigurante la scena dell’Adorazione dei Pastori, costituisce un esempio particolarmente rappresentativo dell'attività artistica di Valerio Castello, tra i massimi esponenti della pittura barocca genovese.
La composizione è articolata con energia teatrale e densità narrativa: al centro, il Bambino Gesù, posto su un panno candido, emana una luce soprannaturale che rischiara i volti commossi di Maria e dei pastori inginocchiati. San Giuseppe osserva con discrezione dal fondo, mentre i volti dei personaggi, vividi ed espressivi, emergono da una penombra vibrante di chiaroscuri.
Il dinamismo dei panneggi, l’intensità cromatica e la teatralità dell’insieme richiamano l’influsso di Anthony van Dyck, presente a Genova tra il 1621 e il 1627, e quello di Pieter Paul Rubens. Castello vi innesta tuttavia una sensibilità tutta ligure, fatta di luce calda, spiritualità affettuosa e una pittura pastosa e nervosa.
In basso a sinistra, uno dei pastori reca un agnello sacrificato, allusione alla futura Passione del Cristo. L’intreccio di gesti e sguardi guida l’occhio lungo l’intera scena con magistrale controllo del ritmo visivo.
A testimonianza dell'affezione di Castello verso questo soggetto, della medesima composizione sono note anche altre repliche autografe, come per esempio quella conservata al Helroz Anton Ulrich Museum di Braunsweig, quella del Museo Nazionale di Varsavia, il rame della collezione Durazzo Pallavicini a Roma, oltre ad alcune tele conservate in collezioni private.