230 Ceramiche dal 700 ai giorni nostri in asta da Cambi

Martedì 19 dicembre nella sede genovese di Castello Mackenzie Cambi batterà all’asta 231 lotti tra maioliche e porcellane. L’ampia proposta spazia dal Trecento sino quasi ai giorni nostri.

«Abbiamo lavorato per ben sei mesi - ha sottolineato Enrico Caviglia, il responsabile del dipartimento maioliche e porcellane - e finalmente siamo in grado di proporre, accanto a pezzi museali e da collezione, oggetti di gran lusso sia decorativi che d’utilizzo, a prezzi molto interessanti».  

L’asta inizia con una collezione di mattonelle persiane del periodo Qajar (1779-1925) con scene di vita dei principi, come la leggendaria storia d’amore tra il sovrano Khosrow e Shirin, principessa armena di bellezza straordinaria e di emblematica levatura morale. Eccezionale per qualità e rara perché firmata dall'artista, la mattonella del lotto numero 1 ci mostra un principe innamorato che suona uno strumento mentre la sua diletta danza.
Del periodo più antico delle maioliche italiane diversi pezzi di area laziale e umbra sono di interesse storico, alcuni già oggetto di studio e pubblicati nella relativa letteratura, come i due orcioli da farmacia di Deruta datati 1543 con lo stemma coronato di Pier Luigi Farnese, signore di Castro, Ducato fondato nel 1537 da papa Paolo III Farnese.  
Tra le maioliche savonesi seicentesche ve ne sono alcune notevoli come l’alzatina di Albisola decorata in stile calligrafico naturalistico, già pubblicata dallo studioso F. Marzinot nel 1979; la targa con l’assunzione in cielo della Vergine Maria probabile opera di Bartolomeo Guidobono, identica a quella conservata al Museo Civico di Savona.
Straordinario il piatto uscito dalle fornaci della manifattura Guidobono che raffigura dei satiri che versano vino nelle coppe di un putto e di un giovane uomo ubriaco.
Due sono le maioliche savonesi degne delle più prestigiose collezioni private o pubbliche, poiché pezzi unici di cui non si conoscono altri esemplari: la piccola scultura con aquila che porta la marca “Fabrica di Giuseppe Robatto in Savona/ 1788 (?)” e la firma dell’artefice “CASANOVA F.”, ossia il ceramista napoletano “fuggito in Genova” nel 1787;  e il calamaio con la figura del giovane San Giovanni Evangelista probabile opera della bottega di Giacomo Boselli dell’ultimo quarto del XVIII secolo.   Allettante la collezione di 25 figurine vittoriane, prodotte in Inghilterra nelle fabbriche di terraglia dello Staffordshire, che ritraggono personaggi tipici e famosi, come quella con il principe Alberto, consorte della regina Victoria.  
L’offerta di stoviglie e figurine da collezione del ‘700 rappresenta la Germania, Vienna, Parigi e fabbriche italiane.
Parecchie le porcellane dell’Ottocento e del Novecento con pezzi da decorazione e per tavole lussuose, come i servizi da tè, caffè e da tavola di Meissen, Herend, Richard Ginori e Hermès. I
nfine, ma non per importanza, un’alzatina di San Pietroburgo eseguita per Alessandro III Romanov, imperatore di Russia dal 1881 fino alla morte 1894; i dodici piatti e i due grandi vassoi ovali di Meissen della fine dell’Ottocento che provengono dal servizio per il “Kaiser” ossia Guglielmo II di Prussia e Germania, terzo ed ultimo imperatore tedesco e ultimo re di Prussia, sul trono dal 1888 al 1918.