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Madonna con Bambino in alabastro, scultore fiorentino della cerchia di Andrea Pisano, 1340-1345 circa

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Descrizione

Madonna con Bambino in alabastro, scultore fiorentino della cerchia di Andrea Pisano, 1340-1345 circa

altezza cm 58.La deliziosa scultura rappresenta la Vergine in piedi mentre tiene in braccio il Bambino sulla sinistra. Nella mano destra, invece, Maria regge stretto un volatile troppo grande per essere considerato un cardellino o una rondine, animali tipici dell’iconografìa mariana, ma potrebbe essere una pernice.La rappresentazione di questa non è usuale, ma non deve stupire. Secondo Panofsky, infatti, quell’uccello “poteva indicare l’Incarnazione: si credeva che la femmina della pernice rossa fosse a tal punto pervasa da desiderio sessuale da essere in grado di concepire a contatto con il vento che avesse sfiorato un maschio (1). Questa credenza era in sé passibile di un’interpretazione positiva: una pernice accompagnata dal motto AFFLATU FECUNDA poteva illustrare il fatto che la Vergine fosse stata fecondata dallo Spirito Santo”.In sostanza il volatile in mano a questa Madonna non rappresenta un simbolo cristologico della passione, ma più verosimilmente un’allegoria mariana della Concezione.La scultura gode di un ottimo stato di conservazione, integra in ogni sua parte, si notano solo delle incrostazioni di calcare in alcune zone delle decorazioni delle vesti e dei segni di abrasione sui volti e sulla corona della Vergine, frutto di una possibile temporanea esposizione all’aperto e agli agenti atmosferici. La patina che ora vediamo sembra come spellata da una pulizia troppo energica della superficie; l’unico punto in cui si vede la pellicola originale è sul collo della Vergine che appare ancora lucidissimo e adamantino. Credo che la pietra sia alabastro bianco, molto bello, e diffuso già anticamente in Toscana.La posizione del gruppo sacro, con la Madonna in piedi con un leggero ma elegantissimo hanchement verso sinistra e il Bambino, già grande, retto in maniera innaturale con una sola mano, riportano alla tradizione della scultura francese del Duecento, ma ci troviamo di fronte ad un prodotto senz’altro italiano.Alcuni dettagli al limite della mimesi, come il mantello di Maria che si attorciglia sul braccio destro e cade con una cascata goticissima verso il basso, oppure come il volto della stessa Madonna che è leggermente girato a guardare Gesù, che invece è rivolto in maniera molto seria a guardare lo spettatore, sarebbero impossibili all’interno del solco del gotico oltralpino. Da un lato lo sforzo mimeticodei panneggi sembra guardare a soluzioni anche pittoriche dellaToscana del primoTrecento,dall’altro quel dettaglio di partecipazione emotiva dellaVergine,seppur solo accennata,è segno inequivocabile della conoscenza da parte dell’autore della pittura di Giotto e pure della scultura di Giovanni Pisano.La parte bassa della scultura, con la veste della Madonna che cade con un ritmo cadenzato da pieghe geometriche e scheggiate, tutte regolari, è la parte dove è più alta la qualità e dove si vede in maniera diretta quel gusto pittorico dei trapassi di piani delle vesti e quel manierismo gentile dei panneggi, che oggi verrebbe quasi da definire classicismo gotico, che è tipico della scultura di Andrea Pisano. [...] Se infatti guardiamo alla scultura di Andrea nel cantiere di Orvieto, è più forte la componente rigida 1 della scultura d’oltralpe e più serrato il confronto con le opere del Maestro Sottile nella parte bassa dei f pilastri del Duomo di quella città che allontana in maniera irrimediabile la nostra scultura dal suo I mondo, ormai pervaso di eleganze lineari e taglienti. [...]È però vero che la bottega di questo scultore, oltre al famoso figlio Nino e al meno celebre e più modesto Tommaso, comprendeva numerosi altri scultori di cui ancora facciamo fatica a trovare una fisionomia, anche a discapito dei tanti tentativi filologici tentati finora, per cui sarà difficile poter trovare un profilo convincente anche per la nostra Madonna.Che il suo mondo sia però quello della taglia di Andrea a Firenze è dimostrabile con dei semplici confronti: oltre alla distribuzione generale della forma nello spazio, molto frontale, ad essere vicino ai modi dello scultore pisano è il taglio degli occhi dei personaggi, senza pupilla e un po’ a mandorla, segnati da leggerigrande e un pochino a patata. Se poi guardiamo in maniera più ampia, è possibile vedere come questa Madonna sia sostanzialmente una evoluzione di quella, sempre in alabastro, famosissima che Nino (o forse ancora il padre Andrea] scolpì per il santuario di Trapani, che fece da modello a numerose soluzioni simili alla nostra. [...]In sostanza possiamo considerare la Madonna col Bambino in oggetto un prodotto fiorentino della cerchia di Andrea Pisano, forse di uno degli artefici impegnati con lui nella realizzazione dei rilievi del campanile del Duomo, attività a cui attese tra il 1334 e il 1340. La qualità più modesta e la sensibilità pittorica meno evidente fanno pensare ad una datazione comunque posteriore alla partenza della famiglia dei Pisano da Firenze e quindi, immaginiamo che la datazione di questa scultura possa cadere nella prima metà del quinto decennio. 1 E. Panofsky, Tiziano. Problemi di iconografìa, Venezia 1999, p. 32, che si riferisce alla natura morta con la j pernice che compare in calce all'Annunciazione del pittore cadorino conservata alla Scuola grande di San Rocco, j Lo studioso riporta anche la corrispondenza con Millard Meiss su questo tema.Scheda di Alessandro Delpriori
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mar 26 Maggio 2015
Milano
TORNATA UNICA 26/05/2015 Ore 17:00
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