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Importante coppia di candelabri in bronzo dorato e patinato "au bon sauvage". Manifattura di Luigi Manfredini (Bologna 1771, Milano 1840)

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Descrizione

Importante coppia di candelabri in bronzo dorato e patinato "au bon sauvage". Manifattura di Luigi Manfredini (Bologna 1771, [..]

Alt. 65 cm
Composti da due mori nell'atto di sorreggere le cinque fiamme. Base poligonale poggiante su piedi ferini.

L'ipotesi attributiva conduce in ambito italiano, più specificamente nelle manifatture milanesi che operarono nei primi decenni del XIX secolo. Fra queste la più celebre fu quella di Francesco Manfredini, diretta poi la Luigi e Antonio Manfredini a partire dal 1811. Già nei primi lavori di questi fonditori si assiste ad una rimeditazione di caratteri neoclassici nella linea degli ornatisti e architetti attivi ai primi del secolo.
Sotto la Restaurazione, la bottega dei fratelli Manfredini era già famosa in tutta Europa. Come documentato dal nipote Achille Viscardi, fondarono a Parigi un laboratorio di fusione e doratura dei metalli così come per lavori di oreficeria, orologeria, ecc. che divenne così famoso da attrarre il patrocinio di Eugène de Beauharnais, figlio adottivo di Napoleone. Come vicerè di Italia, nel 1806 Eugène de Beauharnais invitò i fratelli Manfredini a trasferirsi a Milano e fonda la manifattura Eugenia. L'invito fu accettato dai
fratelli, che si trasferirono in Lombardia portando con sé artigiani francesi specializzati nelle diverse tecniche di lavorazione dei metalli.
Francesco Manfredini morì nel 1810, seguito nel 1823 dal fratello Antonio. L'ultimo fratello, Luigi, fondò così una società con il cognato Giovan Battista Viscardi.

I Manfredini erano sempre al passo con le ultime tendenze stilistiche, spesso impiegando artisti rinomati per progettare i loro oggetti. È il caso di Pelagio Palagi, la cui collaborazione con la bottega milanese risale ad
almeno il 1820.
Grande incremento ebbe l'attività della loto fonderia, cui dal 1821 si aggiunse un negozio di vendita al minuto di gioielleria e oggetti di fusione destinati all'arredo domestico, aperto con i fratelli in piazza S. Paolo e noto come magazzino Manfredini.
Esempi dei lussuosi arredi Impero prodotti dalla nuova società, fondata nel 1823 con il genero G.B. Viscardi, sono i grandiosi centrotavola per l'arciduca Massimiliano e per la collezione di A. De Pecis (donati all'Ambrosiana nel 1827), una serie di alzate ornate da motivi naturalistici e classici (Milano, Pinacoteca Ambrosiana), le decorazioni in bronzo con grifi e vasi per i cassettoni del mobiliere G. Maggiolini, i candelabri per il duomo di Pisa (1823-38), gli arredi sacri realizzati per la cappella di villa Melzi a Bellagio e per S. Gaudenzio a Novara, Ss. Nazaro e Celso a Brescia e S. Antonio a Trieste (Paolini - Ponte - Selvafolta; Rossi - Rovetta; Milano neoclassica, pp. 133, 563).
Esposizioni
"Gli splendori del bronzo. Mobili e oggetti d'arredo tra Francia e Italia 1750/1850", Fondazione Accorsi, Torino 2002
Asta Live 674

Palazzo Loschi Zileri dal Verme

mer 20 Ottobre 2021
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