Giovanni Raspini

Parlare di argenti antichi oggi significa voler ripercorrere una parte della storia italiana e delle più importanti corti europee, soprattutto nel periodo che intendiamo prendere in considerazione, ossia dalla fine del Seicento ai primi dell’Ottocento. Era l’Europa degli Asburgo, dei Borboni; la Francia di Luigi XIV, i Regni di Sicilia e Sardegna dei Savoia. I potenti Medici del Granducato di Toscana lasciavano il posto ai Lorena e tutti guardavano con attenzione l’ascesa della Prussia e la Russia di Pietro I il Grande, il consolidamento dell’Inghilterra, mentre la Polonia si avviava alla guerra di successione e la Svezia a un malinconico tramonto. Semplici citazioni storiche che aiutano a comprendere un periodo storico estremamente “vivace” sia dal punto di vista geopolitico che intellettuale, e che è stato capace di commissionare e produrre argenti profani che, oltre alla funzionalità, sanno essere molto originali. 
Cambi presenta nella prossima asta “Argenti da Collezione Italiani ed Europei” una selezione di pezzi di indiscutibile importanza destinati all’attenzione del collezionista esperto e raffinato. Zuccheriere, versatoi, caffettiere, vassoi da parata, ma anche stoppiniere e candelieri – realizzati da noti maestri argentieri – offrono dettagli del “buon gusto” dell’epoca e risultano essere, oltre che pubblicati sui più importanti testi di argenteria in circolazione, anche studiati dai massimi esperti del settore, come lo storico dell’arte Alvar González-Palacios o la Professoressa Rosalia Francesca Margiotta. Molte opere sono state esposte in varie mostre, a partire dalla prima dedicata all’argenteria italiana del 1956 tenutasi al Museo Poldi Pezzoli di Milano. 
Spesso ripeto ‘‘le cose belle hanno un’anima’’; testimonianza di ciò sono i pezzi rari come il meraviglioso centrotavola napoletano del 1704, l’eccezionale caffettiera romana dell’argentiere Gioacchino Belli con manico in ebano a foggia di levriero, la più grande sino ad ora conosciuta e documentata, o l’importante caffettiera milanese della seconda metà del Settecento che fa bella mostra di sé sulla copertina della monografia di Gianguido Sambonet Gli argenti milanesi, edita da Longanesi nel 1987.
Il mondo degli argenti è sempre vivo e sa regalare emozioni straordinarie anche per chi, come me, se ne occupa da una vita. Studiare e possedere argenti da collezione significa costruire lentamente una conoscenza. È questa una delle motivazioni grazie alle quali sono convinto sostenitore del Laboratorio di Storia e Tecnica dell’Oreficeria dell’Università degli Studi di Siena diretto dal Professor Paolo Torriti, tra l’altro custode sapiente dell’Archivio dell’argentiere Costantino Bulgari (1889-1973) donato da qualche anno al Laboratorio grazie alla generosità di Anna Bulgari Calissoni.
La grande importanza del collezionismo privato garantisce una seria conservazione e promozione di queste opere; un esempio per tutti la mostra titolata ‘‘Le Bevande Coloniali. Argenti e Salotti del Settecento italiano. Tè, Caffè, Cioccolato’’ in corso nella basilica di San Francesco di Arezzo, la stessa che ospita i preziosi affreschi di Piero della Francesca e dove, grazie al contributo dei più importanti collezionisti italiani e non, è possibile ammirare meravigliosi argenti.