L’opera, attribuibile al celebre ceroplasta, di cui esiste un modello analogo presso il Metropolitan Museum di New York (vedi foto), è un riuscito esempio della produzione di questo artista. La composizione può essere interpretata allegoricamente come Vanitas, il cui senso viene espresso dallo sguardo della donna che rifugge l’immagine riflessa dallo specchio mentre stringe tra le dita un rosa, simboli di caducità e fuggevolezza della bellezza e della vita.