Le due sculture, in ottimo stato di conservazione, raffigurano die angeli assisi con le braccia aperte e aderiscono ai modelli della scultura umbro-marchigiana di primo Cinquecento e sono ascrivibili alla produzione prossima allo scultore durantino Ottaviano Dolci, figlio del pittore Bernardino Dolci da cui eredita la bottega. Poliedrico artista si cimenta nei campi della pittura, della ceramica e della scultura; viene ricordato dal Vasari ne “Le Vite de’ più Eccellenti Pittori, Scultori e Architettori...”. Cfr: “Scultura e arredo in legno fra Marche e Umbria”, atti del primo convegno, ed. Quattro Emme, Pergola ottobre 1997