L’opera rappresenta appieno l’inconfondibile maniera del cosiddetto “Pittore del 1740”, caratterizzata da una tavolozza di colori pastello e da figurine appena abbozzate solo col colore, in una riuscita sintesi di facile vena narrativa. Molti i punti di contatto stilistico tra i protagonisti delle scene istoriate su questa zuppiera e le figurine dipinte sulle mattonelle del pavimento della cappella del palazzo di città, della famiglia Ferniani, che la critica attribuisce unanimemente all’ano- nimo maestro. RAVANELLI GUIDOTTI C., La Fabbrica Fernia- ni” – Ceramiche faentine dal Barocco all’Eclettismo, Milano 2009, pag.169. figg. 8 e 8a.