Figlio dell’artista umbro Antonio Maria Garbi, Domenico - di cui non sono note le date di nascita e di morte - fu pittore di grande formato e miniatore. Artista discreto e vivace ritrattista, realizzò nel 1797 una tela con la Comunione degli apostoli, s. Michele Arcangelo e s. Giuseppe nella chiesa di S. Matteo a Cannara; delle sue capacità di ritrattista testimoniano il ritratto della contessa V. Narboni del 1796 (proprietà privata), e quello di Annibale Mariotti, nell'omonimo liceo classico di Perugia, di poco successivo. A lui si devono anche una copia della pala dei Decemviri del Perugino (Perugia, Galleria nazionale dell'Umbria, depositi), collocabile al 1797 e una tela, del 1800 circa, con S. Michele che schiaccia Satana e gloria della Vergine (Perugia, S. Angelo in Porta Eburnea). Nel 1812 succedette a B. Orsini (morto nel 1810) sulla cattedra di pittura nella locale Accademia (Schidlof, La miniature en Europe, Graz 1964, I, p. 291). La rilevante miniatura ritrae un nobiluomo con le insegne dell’Ordine reale di Santo Stefano d’Ungheria (Granducato di Toscana), cioè la croce rossa a otto punte bordata d’oro in campo bianco, accantonata da gigli d'oro. Gli appartenenti all’Ordine erano nobili, militari, cavalieri di giustizia, serventi e fratelli d'armi e per essere ammessi dovevano dimostrare quattro gradi di nobiltà paterna e materna.