Il curioso ritratto raffigura il conte Vincenzo Toffetti (Venezia, 1796 - Firenze, 1866), ultimo discendente della famiglia aristocratica cremasca dei Toffetti di San Giovanni o San Giovanni Toffetti, spesso abbreviati in Sangian Toffetti. Secondo una lunga nota apposta a retro dell’oggetto, conservato nella cornice originale, il conte Vincenzo fu anche l’ultimo nobile iscritto nel Libro d'oro della Repubblica di Venezia prima della sua caduta (1848). Patriota risorgimentale, fu amico di Cristina Belgiojoso Trivulzio e con lei esule a Parigi, per aver partecipato ai moti del 1821. Tale frequentazione, oltre all’affinità stilistica, sostengono l’ipotesi di un’attribuzione del ritratto, in cui il nobiluomo è abbigliato secondo la moda del 1840, a una delle Bisi. Potrebbe trattarsi di Ernesta, insegnante di disegno della principessa Trivulzio e affiliata alla Carboneria, ritrattista dell’aristocrazia milanese (Visconti, Verri, Giulini), nonché di vari personaggi della Milano romantica e liberale (Cattaneo, Dandolo, Manzoni, Romagnosi, Stella), che ebbe modo di immortalare in ritrattini su avorio e su carta, ma anche incisioni, nel corso della sua lunga attività pittorica. In alternativa, si propone il nome della figlia Antonietta, allieva di Hayez, cui si devono ritratti di patrioti risorgimentali.