Una delle raffigurazioni più emblematiche del Rinascimento italiano.
Questa moneta valeva 12 soldi ed era anche denominata doppio testone oppure quarto, poiché era la quarta parte dello scudo d’oro; fu emessa nel 1492 o 1493, in concomitanza con l’inizio dei lavori dell’Addizione Erculea, cioè del progetto urbanistico di ampliamento e ristrutturazione della città di Ferrara voluto da Ercole I d’Este su progetto dell’architetto Biagio Rossetti.
L’impresa dell’idra dalle sette teste ricorda la seconda fatica di Eracle, che uccise il mostro velenosissimo che terrorizzava la città di Lerna nell’Argolide. Già presente nelle miniature della Bibbia di Borso d’Este e sulle pareti della Sala delle Imprese di Palazzo Schifanoia, fu anche affrescata per volontà di Ercole I nella chiesa di San Cristoforo alla Certosa. Rappresentata su questa moneta voleva secondo Ravegnani alludere alla malaria che fu debellata dalle opere di bonifica volute da Ercole I sull’area di destinazione dell’Addizione.
Il conio fu forse opera di Giannantonio da Foligno, autore di molte altre monete di Ferrara.