Nella prima metà del XVIII secolo la città portuale di Ancona versava in gravi difficoltà economiche. Per risollevarne le sorti commerciali, i commercianti anconetani, sul modello di altre città come Livorno, chiesero alla Santa Sede il permesso di istituire un porto franco eliminando perciò dazi e gabelle. La Santa Sede acconsentì alla richiesta e questa innovazione manifestò fin da subito grandi benefici per la città. Il conseguente aumento dei traffici richiese la realizzazione di importanti lavori, affidati all'architetto Vanvitelli, per migliorare l'efficienza del porto.
Il nuovo status della città si rivelò decisivo per il nuovo prosperare dei commerci marittimi e terrestri e portò numerosi benefici all'intero Stato della Chiesa.