Quest’opera costituisce un mirabile esempio della produzione a tema profano che il grande maestro genovese Domenico Piola si trovò a realizzare nei primi anni Ottanta del Seicento. Di questo medesimo soggetto, infatti, se ne conosce anche un’altra versione, conservata in collezione privata e pubblicata dal Prof. Sanguineti all’interno del volume dedicato a Domenico Piola e ai pittori della sua “casa”.
Ritratte a mezzo busto e stagliandosi sopra uno sfondo neutro, emergono in primo piano le personificazioni dei Quattro Elementi: la Terra in veste di Cibele, riceve da un putto alato un patto colmo di frutti; sulla destra Nettuno è connotato quale re del Mare da una corona di alghe. In secondo piano, l’Aria, raffigurata in veste di fanciulla è intenta a rivolgere lo sguardo verso una colomba in volo, mentre Vulcano emerge dalla sua fucina all’estrema destra, intento a forgiare armi nell’antro infuocato.
La teatralità dei gesti, l’intreccio di sguardi e il vibrante cromatismo della composizione connotano la tela qui presentata come parte di quella produzione di opere dal forte impatto decorativo e dalle manifeste connotazioni simboliche così richieste da parte della committenza aristocratica della Superba nel corso del Seicento.