In quest’opera Jusepe de Ribera ci presenta un uomo ormai nel pieno degli anni, ritratto in primo piano con una forza psicologica straordinaria. Il volto è segnato da rughe profonde, occhiaie marcate, barba ispida e capelli arruffati. Lo sfondo scuro e neutro su cui si staglia la figura permette ad essa di emergere in modo ancor più drammatico.
L’uomo guarda verso lo spettatore, ma il suo sguardo è assente, dolente, quasi svuotato, in perfetto stile riberiano. Un fascio di luce, proveniente da sinistra, accarezza la fronte, le guance e il naso, lasciando il resto in ombra: un chiaroscuro che crea forti contrasti, contribuendo così ad aumentare ulteriormente l’intensità emotiva del ritratto.
Nella tela qui presentata, nonostante le piccole dimensioni, sono racchiuse e ben esemplificate le caratteristiche tipiche della produzione della maturità del grande maestro spagnolo. L’alta qualità delle dense stesure cromatiche e le caratteristiche fisionomiche del soggetto permettono infatti di datare l’opera alla fine degli anni Quaranta del Seicento, anni nei quali Ribera aveva ormai assorbito ed elaborato le conseguenze della ormai matura attenzione per esempi diversi di pittura ‘neo-rubensiana’ e ‘neo-veneta’ dei precedenti anni Venti.