La figura di Cristo vivo qui rappresentato con la bocca e gli occhi drammaticamente spalancati “in un pathos intenso e tragico nell’atto di levare l’ultimo grido di umano dolore “Elì, Elì, lamà sabactani?” (Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato?), si propone con il suo corpo scarno e sofferente come prefetta interpretazione dell’iper-realismo interpretativo evocato dai nuovi canoni della religiosità cattolica post-conciliare. Altri esempi di analoghi soggetti, dalla vivida reance mistico-religiosa, sono documentati in Italia per mano di artisti spesso provenienti d’oltralpe come il tedesco Leonard Kern (1588-1622) o il misterioso autore spagnolo denominato “Maestro di Guadalcanal”, attivi a Firenze e Genova nella seconda metà del Seicento. L’iscrizione sul retro della croce potrebbe fare rifermento al Cardinale Pietro Aldobrandini (Roma 1571-1621), nipote di Clemente VIII e da lui consacrato cardinale nel 1593.