L’elegante composizione neoclassica del fusto è impreziosita dall’inusuale parte finale raffigurante un giovane satiro, iconografia raramente presente nell’argenteria genovese della seconda metà del ‘700, documentata come inedita, in altra coppia di doppieri datati 1796 (1) tale raffigurazione è probabilmente derivata dal celeberrimo trittico composto da una coppia di doppieri datati 1785 e una lucerna a “Chinoiseries” appartenuti al marchese Francesco Saverio Casoni che recano all’interno del “complesso repertorio decorativo” (2) una figura di satiro che suona il flauto reggendo una coppa una delle sommità e trova unico esempio analogo quello riscontrabile su una coppia di doppieri datati 1796 in collezione privata Alassio (3). (1) “L’Argenteria Genovese del Settecento” F. Brogero F. Simonetti, Ed. Umberto Allemandi, Torino 2007 pag. 196 tav. 30 (2) “L’Argenteria Genovese del Settecento” F. Brogero F. Simonetti, Ed. Umberto Allemandi, Torino 2007 pag. 196 tav. 30 (3) “L’Argenteria Genovese del Settecento” F. Brogero F. Simonetti, Ed. Umberto Allemandi, Torino 2007 pag. 192 tav. 20