Important Italian majolica from the Renaissance to the Baroque

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Piatto Urbino, bottega di Guido di Merlino, probabilmente Francesco Durantino o collaboratore, 1545 ca.

€ 14.000,00 / 16.000,00
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Piatto Urbino, bottega di Guido di Merlino, probabilmente Francesco Durantino o collaboratore, 1545 ca.

Maiolica Diametro cm 23,1 buona conservazione Provenienza: coll. privata
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Piatto con cavetto di media profondità, ampia tesa orizzontale e piede a disco appena accennato. Sul recto, a piena superficie, è istoriato il mito di “Giove e Leda”, ispirato al testo ovidiano (OVIDIO, Metamorfosi, VI, 108 e ss.). La scena fissa più momenti dell’incontro: in alto il dio è raffigurato prima della metamorfosi, su una cortina di nubi e con un fascio di fulmini nella sinistra; in basso, a sinistra, è raffigurata Leda nel momento in cui si unisce a Giove, mutato i cigno, ed infine sulla destra la stessa, mitica sposa di Tindareo, re di Sparta, seduta osserva tre delle quat- tro uova, da cui escono i gemelli Castore e Polluce, e Elena (o Clitennestra). Sul verso, al centro del cavo del piede, è tracciata in corsivo e in grigio-nerastro, la legenda “giove et leda” e più sotto una “.C.” racchiusa in una formella quadrangolare (b). Dipinto in piena policromia. Iconograficamente per la figura di Leda, dipinta ai lati della composizione maiolicata, il maestro si è ispirato alla figura di Psiche, sia quando dorme su un monte sia quando siede accanto ad una fonte, contenuta in una delle incisioni, raffiguranti episodi della serie della storia di Psiche, del Maestro del dado (c). Questo piatto inoltre rappresenta un ulteriore interessante documento relativo ad una serie, o servizio, i cui pezzi cono contrassegnati sul verso da una “.C.”, e spesso con le stesse caratteristiche tecniche dello smalto, che mostra, specie attorno al piede, ampi ritiri. Intendiamo un piatto nel Metropolitan Museum, di New York, su cui è raffigurata “La continenza di Scipione” 1, che Timothy Wilson assegna alla bottega di Guido di Merlino, probabilmente eseguito da un pittore in collaborazione con Francesco Durantino, mentre per la segnatura “.C.” lo studioso ipotizza essere o dell’esecutore o del committente, anche se la legenda mostra caratteri calligrafici peculiari al Durantino: gli stessi che riscontriamo anche nella breve legenda del nostro piatto e in quella di un terzo piatto della serie “.C.”, raffigurante “Davide e Golia”, oggi a Sévres 2. Della stessa serie, va segnalato inoltre un quarto piatto, raffigurante “Venere tra divinità marine”, sul cui retro la legenda relativa al soggetto, “Venera”, è sottoscritta dalla stessa iniziale “.C.”: opera stilisticamente molto vicina a questa in esame 3 (d). 1WILSON 2004, pp. 126- 128, figg. 30- 31. 2GIACOMOTTI 1974, n. 1144. 3DREY 1991, p. 52, figg. 12 e 13. Segnaliamo inoltre affinità stilistiche con un piatto al British Museum, raffigurante le truppe di Scipione lasciano Cartagine, con una legenda di mano di Francesco Durantino, chiusa da una “L.”, entro riquadratura (THORNTON- WILSON 2009, scheda185, pp. 314-316). Bibliografia L’opera è pubblicata in: CHRISTIE’S 1983, 3 October, lot. N.228.
Live auction 267

Important Italian majolica from the Renaissance to the Baroque

tue 25 October 2016
Milan
SINGLE SESSION 25/10/2016 Hours 15:00
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